Polmonite, gli esperti avvertono: non c’è solo COVID-19

Il 12 novembre è stata la Giornata Mondiale della Polmonite, istituita nel 2018, a un secolo dalla pandemia di influenza del 1918 che causò quasi 100 milioni di morti, con l’obiettivo di accendere i riflettori su questa patologia troppo spesso sottovalutata

La rivista scientifica The Lancet ha pubblicato i dati e le riflessioni di cinque tra i massimi esperti internazionali.

Il punto della situazione sulla gestione e cura della polmonite comunitaria

Si tratta di un’infezione polmonare provocata da batteri e virus, come quello dell’influenza stagionale che rimane una delle principali cause di polmonite non-COVID-19.

La causa più comune è lo Streptococcus pneumoniae, noto come pneumococco, un batterio normalmente presente a livello del naso-faringe, che in particolari condizioni e in alcune persone può determinare gravi infezioni respiratorie con effetti sistemici estesi anche ad altri organi.

In particolare, le persone più a rischio di polmonite comunitaria sono i bambini sotto i 5 anni, gli over 65, le persone immunodepresse a causa di malattie o terapie immunosoppressive, ma anche i fumatori ed ex-fumatori che hanno un apparato respiratorio maggiormente compromesso, gli alcolisti, chi ha avuto precedenti polmoniti o chi soffre di asma e BPCO (broncopolmonite cronica ostruttiva).

Nuove terapie contro l’antibiotico-resistenza

La somministrazione tempestiva di antibiotici specifici per via orale o sistemica è fondamentale per la cura della polmonite comunitaria; tuttavia, a causa di immuno-resistenze acquisite dalla popolazione agli antibiotici per un eccessivo uso nel passato (antibiotico-resistenza), l’efficacia della cura può essere, in alcune persone, limitata.

Per questo, la comunità scientifica sta cercando trattamenti a supporto della terapia antibiotica come farmaci monoclonali e fattori stimolanti il sistema immunitario.

Effetti della polmonite a lungo termine

A causa della scarsa informazione sugli effetti della polmonite, noti ormai da anni, molti pensano che la malattia si risolva con l’antibiotico senza lasciare potenzialmente strascichi.

In realtà, la polmonite rappresenta un vero e proprio shock per il sistema respiratorio che, nei pazienti più fragili, può avere effetti importanti.

Le complicanze a lungo termine causate dalla cascata infiammatoria in pazienti dimessi dopo ospedalizzazione per polmonite sono di tipo cardiovascolare (ictus, infarti, aritmie, trombosi), neurologico (delirium, demenza, disturbi cognitivi) e muscolo-scheletrico, e sono spesso responsabili di un’elevata mortalità a un anno dalla dimissione.

A questo si aggiunge che disinformazione sulla prevenzione, insieme a ritardi di diagnosi, gestione e terapia delle complicanze post-ospedalizzazione per polmonite gravano pesantemente sui costi dei sistemi sanitari nazionali di tutto il mondo.

Polmonite: il decalogo della prevenzione

I vaccini antipneumococco e il vaccino anti-influenzale, gratuiti per bambini, over 60 e popolazione a rischio, sono la principale arma di prevenzione efficace contro la polmonite comunitaria e le sue conseguenze.

  • Chiedi al tuo medico come aderire alla campagna vaccinale antipneumococcica e antinfluenzale gratuita (il vaccino anti-COVID-19 non protegge dalla polmonite non-COVID-19).
  • Lava spesso le mani e assicura di igienizzarle sempre prima di mangiare, di toccare occhi e bocca.
  • Starnutisci e tossisci nel fazzoletto monouso o nella piega del gomito.
  • Getta i fazzoletti monouso dopo averli usati, non riutilizzarli, non appoggiarli su superfici, specie se condivise con altre persone.
  • Segui uno stile di vita sano e attivo.
  • Cura l’alimentazione per mantenere forte il sistema immunitario.
  • Evita il fumo di sigaretta attivo o passivo.
  • Limita il consumo di alcol ed evitane gli eccessi (binge drinking).
  • Cambia spesso l’aria degli ambienti domestici/ lavorativi in cui soggiorni.
  • Non assumere antibiotici senza l’indicazione del medico.

Perché parlare di polmonite comunitaria

La polmonite pneumococcica è la principale causa di infezione delle basse vie respiratorie e colpisce senza distinzione di età, paese, sesso e reddito.

Nel 2015 sono state 291,8 milioni le persone colpite da infezioni polmonari, 336,5 milioni nel 2016: negli ultimi 20 anni, però, non sono sostanzialmente cambiate modalità di cura e gestione della polmonite comunitaria.

Tuttavia, anche grazie ai passi avanti fatti in periodo COVID-19, la comunità scientifica ha constatato come migliorare i tempi di diagnosi, gestione delle complicanze, terapia antibiotica e pianificazione dei controlli (follow up) a lungo termine, siano azioni fondamentali quanto l’informazione sul problema e il coinvolgimento della comunità nella prevenzione.

Per approfondire:

Polmonite, perché quella da COVID-19 è più letale da quella comune? Differenze e caratteristiche

De Rossi dallo Spallanzani per Covid. Messaggio ai tifosi: “Ho polmonite bilaterale interstiziale”

Fonte:

Humanitas

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