Scuola e volontariato: ripartono i progetti della Croce Rossa

E’ riaprtito l’anno scolastico e con esso anche i progetti che vedono impegnata la Croce Rossa nelle operazioni di sensibilizzazione dei giovani al volontariato.

“salvare le vite e cambiare le mentalità”… “sentirsi utili tanto agli altri quanto a se stessi”… “coinvolgimento attivo”…

Sono questi i concetti che maggiormente colpiscono gli studenti nei confronti del volontariato. Prima delle manovre di soccorso sono infatti i principi del volontariato a catturare l’attenzione degli studenti nei confronti di tematiche così importanti. E’ a questo che serve dunque l’integrazione dei giovani all’interno dei 7 principi che governano l’attività della Croce Rossa.

Soccorso e non solo…

I progetti in cui scuola e Croce Rossa sono impegnati non si limitano solo alla spiegazione delle pratiche di primo soccorso; la collaborazione spazia anche su altre attività di promozione e sensibilizzazione che hanno ad oggetto tematiche come l’educazione alla sessualità, la prevenzione sulle dipendenze, l’educazione alla sicurezza stradale, la prevenzione degli incidenti domestici, l’attività di preparazione delle comunità ai disastri e, da ultimo, anche il progetto “Siamo favolosi” che si occupa di educazione alla pace e vede la CRI impegnata nella sensibilizzazione ed educazione alla non violenza.

Come si stimola dunque l’interesse al volontariato? Quali sono le manovre di soccorso che più spaventano i giovani studenti? Queste ed altre sono le domande a cui ha risposto Gabriele Bellocchi – Rappresentante Nazionale dei Giovani della Croce Rossa Italiana – nell’ intervista che vi riportiamo qui di seguito:

 

  • Scuola e volontariato sono fortemente legate, anche perché CRI è sui libri di storia e rappresenta una rivoluzione in tutti gli scenari di guerra dal 1861 ad oggi. Come viene percepita la vostra figura dai ragazzi?

L’Associazione della Croce Rossa Italiana e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, grazie ad un protocollo di intesa, da diversi anni si impegnano insieme per realizzare percorsi ed iniziative per contribuire allo sviluppo personale dei giovani e ad accrescere il loro senso di appartenenza alla comunità.

Il volontario della Croce Rossa Italiana, che nell’immaginario collettivo viene percepito come un eroe, in realtà è una persona normale che dedica quasi tutto il suo tempo libero ad aiutare gli altri. A volte aiutare gli altri può sembrare anche difficile, ma è proprio l’esperienza di volontariato a maturare passioni e potenzialità che influenzano tutta la vita. Fare volontariato è percepito e raccontato dai ragazzi come una esperienza significativa per ampliare le proprie conoscenze, per arricchire le competenze e per accrescere i propri rapporti sociali.

 

  • Ovviamente le menti giovani sono stimolanti: come vengono visti i 7 principi e cosa li colpisce di più dell’attività di volontariato?

I 7 principi vengono visti come lo spirito e i valori della Croce Rossa, ma direi dell’uomo in generale…in chi di noi non è insito il principio di Umanità?

Le menti giovani vengono colpite in modo particolare dalla carica che genera l’aiutare l’altro.

I volontari tutti, ma soprattutto i volontari CRI, quando entrano in azione sono prima di tutto sani portatori di un sorriso: un sorriso che ci ricorda che non è necessario andare molto lontano per “salvare le vite e cambiare le mentalità”. Molto spesso i ragazzi vengono attratti anche dalla serietà con la quale i loro coetanei volontari hanno assunto questo impegno: “la scelta dei giovani che fanno volontariato, la loro volontà e la felicità con cui affrontano le diverse attività”.

 

  • Come si stimola l’interesse dei ragazzi nei confronti dell’emergenza e dell’aiuto al prossimo?

L’interesse dei ragazzi nasce quando riusciamo a creare in loro la possibilità di poter fare qualcosa. Un importante stimolo viene dalla scuola, dove da anni Croce Rossa Italiana entra con attività di promozione e sensibilizzazione su tematiche come l’educazione alla sessualità, la prevenzione sulle dipendenze, l’educazione alla sicurezza stradale, la prevenzione degli incidenti domestici e l’attività di preparazione delle comunità ai disastri. Tra le motivazioni che spingono i ragazzi a partecipare ad un incontro di Croce Rossa ci sono: la necessità di provare una esperienza nuova con ragazzi coetanei, la gratificazione di sentirsi utili tanto agli altri quanto a se stessi, il desiderio di sentirsi impegnati in un progetto che non è direttamente legato alla realtà scolastica, la consapevolezza di aver scelto di fare volontariato.

 

  • Come si risponde e come si gestiscono (in pochi suggerimenti e regole) i ragazzi “ribelli” cioè quelli che hanno più voglia di contestare e farsi notare?

Attraverso il coinvolgimento attivo. L’obiettivo della Croce Rossa è svolgere una funzione orientativa, tesa a sensibilizzare e a fare gruppo e questo si raggiunge utilizzando l’approccio formativo della peer education (comunicazione fa coetaneo e coetaneo): metodologia volta a rendere i ragazzi protagonisti del processo formativo.

Quando i giovani volontari entrano in classe, a volte anche la propria classe ma indossando l’emblema della Croce Rossa, per promuovere una attività non entrano con l’intento di far accrescere numericamente l’associazione ma con la ferma volontà di poter trasmettere un messaggio e contribuire al benessere della comunità in cui vivono. Pertanto, per entrare in aula  e parlare con i giovani servono poche regole:

  1. una buona comunicazione che facilita la comprensione e non determina ostacoli di apprendimento;
  2. i contenuti: raccontare non soltanto gli obiettivi dell’attività ma anche la testimonianza di una particolare esperienza di volontariato;
  3. la mission e la vision dell’associazione per trasmettere il ruolo del volontariato nella società.

 

  • Primo soccorso: quali sono le manovre che i ragazzi hanno più paura di fare?

Le manovre di primo soccorso potrebbero sembrare semplici ed alla portata di tutti ma bisogna conoscerle e sapere esattamente cosa fare. Negli incontri di primo soccorso ricordiamo sempre che la prima cosa da fare è chiamare i soccorsi. Sicuramente la manovra che crea maggiore panico è la rianimazione cardiopolmonare che  permette di salvare una vita. Nonostante ciò, va sottolineato che sono molti i ragazzi che dopo aver frequentato un incontro informativo di primo soccorso decidono di iscriversi in associazione per diventare soccorritori.

 

  • Educazione sessuale: nonostante manchi fortemente un programma ministeriale, siete impegnati anche su questo: quali difficoltà incontrate principalmente a scuola?

Quando parliamo di educazione alla sessualità nelle scuole la difficoltà che maggiormente si riscontra è la difficoltà da parte del ragazzo nell’esprimere pubblicamente i propri dubbi. Mentre da un lato si evince la forte necessità di sapere dall’altro si evince la stessa forte difficoltà nel chiedere. Con le nostre attività non intendiamo sostituirci ai professionisti bensì fornire un un supporto informativo che possa permettere ai ragazzi di vivere meglio la propria sfera sessuale, attraverso workshop informativi, attività nelle piazze e percorsi nelle scuole. Solo nel 2015 sono stati più di 100.000 i ragazzi sensibilizzati a questa tematica. Questa metodologia la utilizziamo anche negli altri progetti che vedono la CRI in prima linea come il progetto “Siamo favolosi” che si occupa di educazione alla pace  ed è finalizzato a sensibilizzare e ad educare alla non violenza.

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