Angina pectoris: sintomi e cause

Che cos’è l’angina pectoris? Il termine angina indica una manifestazione dell’Ischemia miocardica della cui famiglia fa parte, prevalentemente conseguenza dell’aterosclerosi, caratterizzata dalla formazione di placche ateromasiche che determinano dei restringimenti (stenosi) di diversa entità lungo le arterie

Questo comporta un ridotto apporto di sangue, e quindi d’ossigeno, e di nutrimento nelle zone irrorate dal ramo malato.

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Segni e sintomi dell’angina pectoris

L’angina pectoris rappresenta il più frequente sintomo dell’aterosclerosi coronarica e si manifesta con un dolore intenso, transitorio con regressione al riposo, di durata variabile da 5 a 15 minuti, localizzato al centro del torace, spesso irradiato lungo il braccio sinistro ma anche al destro o a entrambe le braccia.

Meno frequentemente, può essere irradiato al collo, alla mandibola, alla regione epigastrica e alle scapole.

Chi ne è colpito descrive il dolore come un senso di costrizione, di peso, di compressione, meno frequentemente di bruciore.

Nella maggior parte dei pazienti, l’angina si verifica sporadicamente, in genere in rapporto con lo sforzo ed è per questo definita angina pectoris stabile.

Una seconda forma d’angina, definita angina instabile, si pone a cavallo tra l’angina stabile e l’infarto vero, comprende vari quadri clinici:

  • angina di nuova insorgenza (entro gli ultimi due mesi), in cui si manifestano episodi di dolore, per lievi sforzi fisici e/o per le normali mansioni giornaliere, più protratti nel tempo rispetto all’angina stabile;
  • angina ingravescente (entro gli ultimi due mesi), in cui si assiste all’aggravamento di una angina stabile preesistente con comparsa di episodi di dolore più intensi, a soglia più bassa e/o a riposo, protratti nel tempo e più frequenti;
  • angina post-infartuale precoce, se si verifica a meno di 30 giorni dall’infarto miocardico acuto, di solito entro 2 settimane, con incremento repentino della gravità della stenosi preesistente. Indica malattia coronaria in fase ancora attiva, caratterizzata da elevata incidenza di reinfarto e da alta mortalità.

L’angina pectoris, pur essendo meno grave dell’infarto, è caratterizzata dall’imprevedibilità ed instabilità del quadro clinico, da qui il termine ‘instabile’

Essa è, infatti, espressione di uno stato di instabilità della malattia che, in assenza di terapie adeguate da effettuarsi in ospedale, può portare all’insorgenza dell’infarto.

A oggi è una delle maggiori cause di mortalità nei paesi occidentali.

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Cause dell’angina pectoris

A differenza dell’infarto, nell’angina pectoris si verifica un’ischemia miocardica temporanea (minor apporto nutritizio al miocardio) dovuta al restringimento temporaneo di un’arteria coronaria, conseguente a spasmo e/o ad un iniziale e reversibile processo trombotico.

L’infarto si manifesta, invece, quando l’occlusione dura oltre 30 minuti, determinando la morte di alcune cellule cardiache

Le sindromi coronariche possono peraltro avere una prognosi variabile: in altri termini, alcuni pazienti hanno una bassa probabilità di eventi quali l’infarto, l’angina persistente, la morte (1-2% nei tre mesi successivi all’inizio dei sintomi).

Altri pazienti hanno un rischio di eventi del 20-30%; ed è in questi casi che le cure sono più efficaci.

Di conseguenza è molto importante in fase precoce identificare i soggetti con angina grave e con patologie extra cardiache e fattori di rischio cardiovascolare associati.

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