Malattie infiammatorie croniche intestinali: i sintomi e le cure per la malattia di Crohn e la colite ulcerosa

Quando si parla di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI o IBD, inflammatory bowel disease) si fa riferimento a disturbi immunomediati con decorso cronico e ricorrente

Queste patologie interessano pazienti di ambo i sessi ed esordiscono in particolar modo tra l’adolescenza e i 45 anni.

I dati indicano inoltre un aumento di incidenza negli ultimi decenni.

La malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono due patologie complesse, che compromettono sensibilmente la qualità di vita del paziente e per le quali è fondamentale che il paziente venga seguito da un centro di riferimento, sia in fase di diagnosi, sia per la gestione della patologia.

Malattie infiammatorie croniche intestinali: malattia di Crohn e colite ulcerosa, quali sono le cause?

Le cause della malattia di Crohn e della colite ulcerosa sono ancora da indagare pienamente, infatti vengono definite patologie multifattoriali, dunque a causa solo parzialmente conosciuta.

Si tratta infatti di patologie scatenate da una reazione immunitaria errata a livello intestinale, nei confronti di determinati antigeni, come per esempio i batteri o loro componenti che sono normalmente presenti all’interno dello stesso intestino.

In generale si assiste all’insorgenza di queste malattie in individui che hanno familiarità o predisposizione genetica, ma non possono per questo essere definite ereditarie.

Quali sono i sintomi della malattia di Crohn e della colite ulcerosa?

I sintomi più frequenti della malattia di Crohn sono diarrea cronica (che persiste per più di 4 settimane), anche notturna, associata a dolori e crampi addominali, talvolta con perdite di sangue misto alle feci, e con febbricola che insorge alla sera, oppure con dolori articolari.

Spesso il paziente presenta un calo di peso importante.

Talvolta la malattia può manifestarsi a livello anale con fistole o raccolte di pus (ascessi).

La colite ulcerosa si manifesta con diarrea mista a sangue, anche notturna, associata a dolori e crampi addominali.

Spesso è presente urgenza defecatoria, con difficoltà a trattenere lo stimolo, e un’evacuazione di piccolo volume o anche solo di muco e sangue.

Malattie infiammatorie croniche intestinali, i sintomi rivelatori

Tra i sintomi, inoltre, figura la “fatigue”, che si manifesta come una forte stanchezza priva di cause che impatta profondamente sulla vita personale, sociale e lavorativa del paziente.

Anche problemi articolari, cutanei, oculari e epatici possono essere associati a queste patologie: si tratta di manifestazioni extraintestinali immunomediate, che in alcuni casi possono anche anticipare di qualche anno i sintomi tipici della malattia.

L’importanza di una corretta e rapida diagnosi delle malattie infiammatorie croniche intestinali

Nei pazienti interessati da colite ulcerosa e Malattia di Crohn il fattore tempo è determinante: riconoscere la patologia tempestivamente con una diagnosi corretta consente di impostare la terapia su misura per ciascun paziente e questo offre maggiori possibilità che la malattia resti sotto controllo.

In entrambe le patologie si pone il tema del ritardo della diagnosi. Il rischio di diagnosi ritardata riguarda in particolare la Malattia di Crohn, che talvolta viene anche confusa con la sindrome dell’intestino irritabile: in oltre il 30% dei pazienti, infatti, le due patologie coesistono, un aspetto problematico sia in fase di diagnosi sia in fase di follow up.

I pazienti, inoltre, spesso si abituano a una ridotta qualità della vita, per cui nonostante soffrano di determinati disturbi, per esempio plurimi episodi di diarrea al giorno, ritardano il momento della visita di controllo e, di conseguenza i tempi di diagnosi e trattamento si dilatano.

Un rischio che va evitato, perché grazie alle cure il paziente può avere un buon controllo dei sintomi e veder così migliorata la propria qualità di vita.

Malattia di Crohn e colite ulcerosa: quali sono i trattamenti?

Lo specialista per diagnosticare la presenza di una malattia infiammatoria cronica intestinale assocerà alla visita obiettiva una serie di esami strumentali, come per esempio la ileocolonscopia, l’ecografia addominale, la risonanza magnetica e gli esami ematici.

Una volta diagnosticata la patologia, a seconda della sua estensione e del suo stadio di gravità, lo specialista potrà prescrivere terapie convenzionali o terapie avanzate, il cui principale obiettivo è tenere sotto controllo la malattia, impedendo la progressione del danno intestinale.

Se, per quanto riguarda queste malattie, in passato l’oggetto dei trattamenti era unicamente il sintomo, oggi si pone invece grande attenzione anche alla cura delle lesioni (come le ulcerazioni intestinali).

Il Treat to target nelle malattie infiammatorie croniche intestinali

L’approccio che utilizziamo è il cosiddetto ‘treat to target’, dunque un trattamento volto a migliorare i sintomi, migliorare i risultati degli esami e ripristinare l’integrità della mucosa intestinale.

Questa tipologia di approccio viene personalizzata nel corso del follow up, se necessario anche modificando il percorso terapeutico.

In alcuni casi la terapia farmacologica non è sufficiente e si rende necessario l’intervento chirurgico.

Essere seguiti in un centro di riferimento anche per il follow up è fondamentale, poiché la gestione del paziente richiede regolarità e costanza e prevede visite, esami del sangue e altri esami strumentali, al fine di tenere sotto controllo la malattia ed evitare o limitare il danno intestinale e il rischio di una conseguente disabilità.

Per approfondire:

Colite e intestino irritabile: qual è la differenza e come distinguerle?

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Fonte dell’articolo:

Humanitas

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