Patologie renali: idronefrosi, che cos’è?

Il termine medico “idronefrosi” sta ad indicare la dilatazione del bacinetto (o pelvi) renale – cui spesso si abbina anche la dilatazione dei calici renali – dovuta al ristagno cronico di urina, spesso causato da un ostacolo a valle che non permette il corretto deflusso del liquido urinario

In parole più semplici, si tratta di un ristagno di urina all’interno del rene dovuto ad un blocco delle vie urinarie.

Questo blocco può avere diverse cause, la più frequente delle quali è individuabile nell’accumulo o nella formazione di calcoli renali.

In genere, l’idronefrosi colpisce soltanto uno dei due reni e in questi si parla di idronefrosi unilaterale

Se invece, come più raramente avviene, l’idronefrosi intacca entrambi i reni, si è difronte ad una condizione medica nota come idronefrosi bilaterale.

L’idronefrosi non è un fenomeno di per sé particolarmente pericoloso per la vita dell’individuo, ma, se non trattata rapidamente e con i corretti trattamenti terapeutici, il rene colpito può andare incontro ad atrofia: riduce cioè il suo volume fino alla definitiva compromissione delle sue funzioni vitali.

Idronefrosi: le cause

Le cause a cui si può ricondurre lo sviluppo di idronefrosi sono principalmente il blocco interno di una via del tratto urinario o una compressione esterna dei dotti delle cavità dell’apparato urinario.

In entrambi i casi, l’urina si accumula all’interno del rene provocando l’infiammazione.

Indipendentemente dalla natura del blocco, le cause dell’idronefrosi sono in genere riconducibili a tre differenti categorie: le cause comuni nel sesso maschile, le cause comuni nel sesso femminile e le cause comuni ad entrambi i sessi.

Cause comuni al sesso maschile

Sono in genere l’iperplasia prostatica benigna o il tumore alla prostata.

In entrambi i casi, si riscontra un ingrandimento della prostata che finisce col comprimere l’uretra, interrompendo il flusso di urina che, accumulandosi, finisce col ristagnare nel rene.

Cause comuni al sesso femminile

La gravidanza può compromettere il flusso di urina nel momento in cui l’utero – ingrandito – prema sugli ureteri.

Anche il tumore di uno degli organi del tratto urinario o dell’apparato riproduttivo – vescica o reni stessi, cervice o ovaie – causa la formazione di tessuto anomalo che può comprimere gli ureteri.

Cause comuni ad entrambi i sessi

La presenza di calcoli renali – piccole formazioni composte da principalmente sali minerali – che si formano all’interno del tratto urinario e che, occludendo l’uretere, compromettono il normale deflusso di liquido che finisce col ristagnare.

Sono riscontrate altre cause dell’idronefrosi – molto meno frequenti rispetto a quelle appena descritte – che sono riconducibili a coaguli di sangue nel tratto urinario, endometriosi, tubercolosi, vescica neurogena, cisti ovariche, stenosi dell’uretere.

Idronefrosi: i sintomi

L’idronefrosi può presentarsi in maniera asintomatica e, in questo caso, la patologia non arreca in genere danni permanenti al rene coinvolto.

Quando sintomatica, l’idronefrosi si presenta con dolore nella zona renale accompagnata da disturbi gastroenterici.

In casi gravi, può comparire la febbre quale indicatore di complicanze infettive.

Idronefrosi: diagnosi e cura

Quando si presenta con sintomatologia, il paziente deve tempestivamente sottoporsi ad una visita specialistica dal medico urologo, il quale effettuerà la diagnosi grazie ad esami specialistici quali radiografia, urografia endovenosa, ecografia, cistografia minzionale, scintigrafia renale.

Nei casi meno gravi, idronefrosi può essere gestita con una terapia farmacologica; se invece ci si trova davanti ad una situazione clinica complessa con ostruzioni significative che impediscono il corretto deflusso dell’urina, sarà necessario optare per una terapia di tipo chirurgico per ripristinare il corretto funzionamento del tratto urinario.

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Pagine Bianche

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