Donazione del sangue

La donazione di sangue è l’azione di un singolo individuo, agita volontariamente in maniera spontanea o concordata, finalizzata al privarsi di una determinata quantità del proprio sangue o di suoi componenti, affinché venga utilizzata per scopi medici.

Può essere dettata da puro spirito di solidarietà, totalmente gratuita, oppure può avere una controparte economica.

Il fabbisogno

Si stima normalmente che vi sia bisogno di 40 unità di sangue l’anno ogni 1000 persone, cioè circa 2.400.000 unità per la sola Italia. Nel 2000 l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza a livello nazionale. La maggior parte di noi può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno.

Alcune regioni sono autosufficienti, ad esempio l’Emilia-Romagna ha raggiunto il livello di 60 unità. Vi sono inoltre alcune isole felici, cioè singole città dove, grazie al radicamento nel territorio di una o più associazioni locali, si è raggiunta una raccolta ancora maggiore. In numerose regioni, tuttavia, la raccolta è ancora insufficiente, e il fabbisogno viene soddisfatto con trasferimenti da altre regioni.

Nonostante la sempre più attenta e ponderata utilizzazione del sangue, il fabbisogno è costantemente in aumento, per l’aumento dell’età media della popolazione e per i progressi della medicina, che rendono possibile interventi anche su pazienti anziani, un tempo non operabili.

La donazione da donatori volontari, periodici, responsabili, anonimi, e non retribuiti è la migliore garanzia per la qualità e la sicurezza delle terapie trasfusionali.

Trattamento del sangue

Prima di qualsiasi utilizzo, ogni campione di sangue viene analizzato in laboratorio per verificare il gruppo sanguigno ed escludere le trasmissioni di malattie infettive. Dopo ogni donazione, il donatore riceve il risultato delle analisi e può agevolmente tenere sotto controllo il suo stato di salute.

Alla prima donazione vengono determinati:

  • AB0, Fenotipo RH completo, Kell;
  • Ricerca di anticorpi irregolari Anti-eritrociti;

Le analisi includono:

  • esame emocromocitometrico completo;
  • transaminasi ALT con metodo ottimizzato;
  • sierodiagnosi per la lue;
  • HIVAb 1-2 (per l’AIDS);
  • HBsAg (per l’epatite B);
  • HCVAb e costituenti virali (per l’epatite C);
  • HCV NAT;
  • Conferma del gruppo sanguigno (AB0) e del Fattore RH;

I campioni vengono in seguito centrifugati e separati in sacche di globuli rossi, globuli bianchi e buffy-coat (leucociti e piastrine).

Il sangue delle donazioni viene usato in svariati campi medici e chirurgici, tra cui la cura di leucemietumori, intossicazioni da farmaci, anemie, emorragie, malattie emorragiche, ustionitumori del fegato, anemia mediterranea, ipoalbuminemia, emofilia A e B, operazioni di primo soccorso, in particolare incidenti stradali, trapianti di organi e altro ancora.

Frequenza delle donazioni

Le donazioni possono essere di tipologie diverse:

  • Sangue intero,
  • Plasma (Plasmaferesi),
  • Piastrine (Piastrinoferesi),
  • Donazione multipla di emocomponenti.

Intervalli minimi previsti dalla legislazione italiana:

da donazione di sangue intero a donazione di sangue intero: 90 giorni tra una donazione e l’altra max. 4 volte l’anno(uomo) 2 volte l’anno in età fertile (donna)
da donazione di sangue intero a donazione di plasma: 1 mese
da donazione di plasma a donazione di sangue intero: 14 giorni
da donazione di plasma a donazione di plasma: 14 giorni
da donazione di sangue intero a donazione di piastrine: 1 mese
da donazione di piastrine a donazione di sangue intero: 14 giorni
da donazione di piastrine a donazione di piastrine: 15 giorni (massimo 6 donazioni all’anno)
da donazione di multicomponenti a donazione di multicomponenti: 3 mesi

Legislazioni di altri Paesi permettono una frequenza maggiore: 6 donazioni di sangue intero per gli uomini (intervallo di 2 mesi) e 4 per le donne (intervallo di 3 mesi). Il numero medio di donazioni pro capite in Italia è leggermente inferiore a 3 donazioni/anno per gli uomini, a 2 per le donne. Vi sono tuttavia ampie oscillazioni di carattere regionale e locale. Dati gli intervalli di donazione previsti dalla vigente legislazione, è possibile effettuare molto più delle quattro donazioni canoniche, teoricamente fino a 24 donazioni l’anno, alternando donazioni di sangue intero e di plasma.

Quanto si può donare

Il limite massimo di sangue intero che è possibile donare in una sola volta è di 450 ml +/- 10% (si stima che il sangue rappresenti l’8-9% del peso corporeo; 7-8 litri in una persona di circa 90 kg), mentre per il plasma la sacca raccoglie 600 ml.

Il prelievo

Una donazione di sangue intero dura circa 15 minuti; una di plasma circa 45 e una di piastrine poco di più. La durata della donazione di plasma è maggiore di quella del sangue intero a causa del procedimento di estrazione del plasma dal sangue: la cannula (l’ago che viene inserito in vena) è collegata ad un separatore cellulare in cui una centrifuga separa la parte più liquida, il plasma appunto, dai globuli rossi. Tale macchina esegue normalmente tre cicli di prelievo-separazione-reinfusione; in ciascuno sono processati circa 450 ml di sangue. Il plasma viene immesso in una sacca, la restante parte processata (globuli rossi concentrati e il plasma non separato) viene reintrodotta nell’apparato circolatorio nel donatore attraverso la stessa cannula.

Al termine del processo, per compensare la parte liquida tolta, potrebbe essere infusa nel donatore della soluzione salina, ma nella pratica si consiglia semplicemente di bere dei liquidi. Non prelevando componenti cellulari, la donazione di plasma risulta di impatto praticamente nullo sull’efficienza fisica del donatore; può pertanto essere eseguita ad intervalli ridotti (anche soli 14 giorni) ed è particolarmente indicata a donne in età fertile, in quanto non riduce il contenuto di ferro del sangue.

La richiesta di questo emoderivato è molto maggiore rispetto al sangue intero poiché il suo campo di applicazione è molto vasto.

Le donazioni sono in genere indolori e prevedono un ristoro finale. Ai lavoratori dipendenti, inoltre, viene riconosciuta in Italia per legge una giornata di riposo retribuita.

Le condizioni per la donazione in Italia

Le condizioni necessarie per essere donatore sono:

  • età: compresa tra i 18 e i 65 anni; è possibile donare prima della maggiore età solo in situazioni particolari, dopo parere medico e autorizzazione da parte di chi esercita la patria potestà sul minore. I donatori abituali in buona salute possono continuare a donare anche oltre i 65 anni. L’età massima per la prima donazione è di 60 anni, posticipabile dal medico. All’estero alcuni paesi permettono la prima donazione dai 17 anni.
  • peso: uguale o superiore ai 50 chili;
  • pulsazioni: comprese tra 50-100 battiti/minuto;
  • pressione arteriosa: tra 110 e 180 mm di mercurio (sistolica o massima), tra 60 e 100 mm di mercurio (diastolica o minima).

Inoltre è necessario:

  • avere un buono stato di salute:
    • non essere affetto da gravi malattie/patologie croniche;
    • non aver avuto malattie o assunto antibiotici nei 15 giorni precedenti il prelievo;
    • non aver subito estrazioni dentarie nei 7 giorni precedenti la donazione;
    • non aver subito interventi chirurgici o endoscopie nei 4 mesi precedenti il prelievo.
  • non seguire comportamenti a rischio:
    • non essere stato esposto al rischio di malattie trasmissibili (non aver effettuato tatuaggi/piercing negli ultimi 4 mesi);
    • non fare uso di droghe pesanti né uso continuato di droghe leggere;
  • non avere soggiornato per oltre sei mesi nel Regno Unito nel periodo dal 1980 al 1996;
  • che sia passato un anno dalla gravidanza (il parto).

Donazione saltuaria e donazione abituale

Molte persone donano il proprio sangue in seguito a malattie di familiari o ad appelli sporadici. Sono tuttavia più utili i donatori abituali, sia per la maggior quantità di sangue donata da questi sia per il maggior controllo cui vengono sottoposti, grazie alle analisi gratuite che vengono effettuate ad ogni donazione.

Dopo la donazione

La legislazione italiana (Legge 21 ottobre 2005, n. 219) prevede una giornata di riposo retribuita per chi ha effettuato una donazione. Tale norma, adottata anche da altre nazioni europee per incentivare maggiormente i potenziali donatori, è comunque di carattere precauzionale e viene normalmente disattesa dai donatori lavoratori autonomi, che dopo la donazione in genere effettuano una normale giornata di lavoro. Risulta però importante per chi svolge lavori pesanti, pericolosi o che richiedano particolare attenzione: conducenti di camion, aerei, treni, pompieri, quanti lavorano su impalcature, eccetera.

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