WRAP - l'innovazione del "wound treatment" in stampa 3D tutta Emiliana: bendaggi e medicazioni saranno rivoluzionati

Si chiama WRAP (Wound Repair Active Print) e potrebbe diventare una vera rivoluzione nel campo delle medicazioni. Niente più bendaggi, strumenti di derivazione militare o idee mutuate da altre esperienze. Il progetto della M3DATEK s.r.l. in collaborazione con il Centro Interdipartimentale Biopharmanet-Tec dell’Università di Parma,  intende realizzare medicamenti funzionali, naturali, e stampati in 3D, quindi adatti ad ogni area del corpo. Per capire meglio come è nato il progetto e come funziona, abbiamo intervistato la professoressa dell’Università di Parma Lisa Elviri, che in prima persona si è occupata di WRAP.

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Avreste mai pensato che da un gamberetto sarebbe arrivata una rivoluzione nel settore delle medicazioni? Eppure è da questo crostaceo che nasce il principio alla base del progetto WRAP, il primo dispositivo di stampaggio 3D per bende e cerotti automedicanti. Ma che cos’è WRAP e come funziona? Si tratta in estrema sintesi di un film a base di chitosano (polimero naturale derivante dai crostacei) che possiede delle proprietà consolidate legate alla riproduzione cellulare. Il chitosano favorisce la proliferazione cellulare e la ricrescita dei tessuti. Lo studio di questa molecola e della sua applicazione in campo medicale è stato portato avanti dall’Università di Parma e della M3DATEK srl. Lisa Elviri, dottoressa in Chimica Organica a capo del progetto, può spiegare con estrema semplicità come nasce e a cosa serve WRAP: “E’ una soluzione per ferite gravi, come le ulcere da diabete e le ulcere venose. Il nostro obiettivo è di sviluppare questa tecnologia su più tipologie di ferite, e arrivare ad applicarlo anche su ferite superficiali e poco gravi, poiché il materiale che compone WRAP può essere stampato anche in un film sottile”.

Ma l’innovazione, nel chitosano, non c’è. Le proprietà di questa molecola sono conosciute e rinomate. E’ il sistema di applicazione che trasforma il prodotto in una vera, potenziale, rivoluzione. “L’innovazione propria di WRAP è individuabile in una modifica strutturale del chitosano, che grazie ad una stampa in 3D, genera una forma tridimensionale simile a quella dell’idrogel. In questo modo la struttura favorisce la riproduzione delle cellule stesse, agendo in profondità. Rispetto a qualsiasi altro film, la stampa I/O in 3D permette la produzione di un materiale con una struttura tridimensionale molto più efficace ed efficiente”.

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Ferite guarite in maniera più rapida, e ferite che necessitano meno operazioni di pulizia

WRAP quindi pare non avere rivali, ma rimane ad oggi un materiale brevettato ma sotto test. Fin’ora in laboratorio, a parità di materiale, cerotti e gel tradizionali non sono stati nemmeno confrontabili con questa nuova tecnologia. “La stampa in 3D velocizza di molto la guarigione della ferita trattata. In questo senso – spiega la Elviri – il prodotto brevettato WRAP è stato sottoposto a test in vitro e su pazienti a livello ospedaliero: E’ stato testato che a parità di ferita, un cerotto stampato in 3D permette una proliferazione cellulare decisamente superiore e riduce notevolmente i tempi di guarigione della ferita rispetto al film di materiale continuo”.

La migliore risposta alla guarigione è dovuta agli studi effettuati sul film stampato in 3D con WRAP. Nel caso di un cerotto comune infatti le cellule colonizzano il bordo dello spessore ma non penetrano il materiale perché muoiono per asfissia. Invece con un film in 3D le cellule diventano parte centrale della struttura e della parte più interna, permettendo migliore assorbimento e migliore rigenerazione. È proprio questo il fattore chiave che determina una migliore risposta alla guarigione. “Chiaramente i tempi di riassorbimento della ferita dipendono sempre dalla condizione iniziale del paziente – spiega la professoressa Elviri – ma da un punto di vista clinico, i tempi di guarigione di una qualsiasi ferita tendono a dimezzarsi se trattati con questo tipo di prodotto. Basti pensare che diversi pazienti per guarire dalla stessa tipologia di ferita, per esempio un’ulcera, grazie a WRAP potrebbero impiegare 7 settimane invece di 15. Fra l’altro stiamo parlando di un dispositivo immunosinsibile e ipoallergenico, che non presenta quindi alcun tipo di controindicazione. Per questo può essere tranquillamente usato in combinazione con altri trattamenti”.

WRAP usato in emergenza: stampanti 3D anche in ambulanza?
Ma un “cerotto” così efficace e potente, potrebbe davvero diventare una manna dal cielo in caso di ferite gravi o sanguinolente che necessitano di trattamenti immediati. Come per esempio le ferite da ustione, bruciatura o da taglio. Purtroppo però questo traguardo sembra ancora lontano:”Per quanto riguarda un possibile utilizzo di WRAP anche nell’ambito del primo soccorso e delle emergenze, al momento il prodotto è ancora in fase di sperimentazione e quindi utilizzato solo in ambito ospedaliero. Tuttavia il chitosano è un materiale già noto per le sue proprietà emostatiche e viene già ampiamente utilizzato per fermare le emorragie e i sanguinamenti. Grazie al suo veloce recupero cellulare, WRAP è stato pensato anche come rimedio in caso di ustioni”. E chissà che in futuro non sarà davvero possibile avere i cerotti stampati in 3D a bordo delle ambulanze o degli elisoccorso, come strumento innovativo!

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