Sindrome dell’intestino corto: cause, terapia, dieta

La sindrome dell’intestino corto (in lingua inglese “short bowel syndrome” o “SBS” o “short gut”) è una condizione caratterizzata da malassorbimento da insufficienza intestinale causata frequentemente da difetto congenito, infarto intestinale o da resezione chirurgica estesa dell’intestino (intestino corto post-chirurgico)

La patologia ha una prevalenza di 1-9/100000 e determina un intestino tenue funzionante di lunghezza inferiore ai 200 cm.

La sindrome dell’intestino corto da difetto congenito interessa l’età pediatrica mentre gli altri tipi di intestino corto interessano soprattutto gli adulti.

Dal momento che il digiuno è la sede principale della digestione e dell’assorbimento della maggior parte dei nutrienti, una resezione digiunale porta alla perdita di un’area di assorbimento, riducendo significativamente la sua funzione: si manifesta un malassorbimento di grassi, vitamine liposolubili e vitamina B12 con conseguente malnutrizione, inoltre gli acidi biliari non assorbiti nel colon provocano diarrea secretoria.

La sindrome dell’intestino corto, in base alle cause, può essere distinto in due tipi fondamentali:

  • sindrome dell’intestino corto congenito: il difetto è già presente alla nascita;
  • sindrome dell’intestino corto secondario: il difetto non è presente alla nascita ed insorge successivamente.

La sindrome dell’intestino corto secondario è generalmente causato o favorito da:

  • estesa resezione chirurgica, di solito quando sono eliminati più dei due terzi della lunghezza del piccolo intestino (intestino corto post-chirurgico);
  • morbo di Crohn;
  • infarto intestinale mesenterico;
  • enterite attinica;
  • neoplasie intestinali;
  • traumi intestinali ripetuti;
  • volvolo intestinale.

Sintomi

La sintomatologia dipende dalla lunghezza e dalla funzione residua del rimanente intestino tenue.

I sintomi e segni sono generalmente:

  • diarrea anche grave;
  • malassorbimento di vitamina B12 e grassi;
  • deficit nutrizionali;
  • dolore addominale;
  • malnutrizione per difetto;
  • anoressia (perdita di peso);
  • dilatazione dell’intestino;
  • alterata motilità;
  • feci che galleggiano, untuose e maleodoranti.

NOTA: La diarrea grave ed il malassorbimento di acidi biliari si verificano quando vengono resecati una lunghezza di ileo pari o superiori a 100 cm (1 metro).

Possibili complicanze della sindrome dell’intestino corto sono la grave malnutrizione per difetto e l’anoressia (perdita di peso)

La resezione dell’ileo terminale e della valvola ileocecale può predisporre a sovracrescita batterica con più elevato rischio di infezioni.

In alcuni casi si può determinare una occlusione intestinale, una ischemia intestinale, un infarto intestinale ed il decesso del paziente, se la vascolarizzazione normale non viene rapidamente ripristinata.

Diagnosi

La diagnosi viene sospettata in base all’anamnesi ed all’esame obiettivo e viene confermata principalmente da indagini radiologiche come RX addome e TAC.

Terapia

Il trattamento consiste nel combattere le manifestazioni diarroiche (con la somministrazione di loperamide o similare, in alternativa alla colestiramina 2-4 g da somministrare soltanto dopo i pasti).

Si può sviluppare ipersecrezione gastrica acida, che inattiva gli enzimi pancreatici; per tale motivo, la maggior parte dei pazienti assume anti-H2 o inibitori della pompa protonica.

Il trapianto intestinale è consigliato nei pazienti che non sono candidati a una nutrizione parenterale totale a lungo termine e in cui non si realizza alcun adattamento.

Terapia dell’intestino corto post-chirurgico

Nell’immediato periodo postoperatorio, la diarrea è tipicamente grave con significativa perdita di elettroliti.

I pazienti di solito necessitano una nutrizione parenterale totale e un monitoraggio intensivo di liquidi ed elettroliti (compresi Ca e Mg).

Una soluzione PO iso-osmotica di Na e glucosio viene lentamente introdotta nella fase postoperatoria quando il paziente si stabilizza e la sua produzione fecale è < 2 L/die.

Nei pazienti con estesa resezione (< 100 cm di digiuno restante) e in quelli con eccessiva perdita di liquidi e di elettroliti è necessaria una nutrizione parenterale totale per tutta la vita. I pazienti con > 100 cm di digiuno rimanente possono avere un’adeguata nutrizione attraverso l’alimentazione orale.

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Fonte dell’articolo:

Medicina Online

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