Asbestosi, mesotelioma e versamento pleurico: cause, sintomi, cure

L’asbestosi è un tipo di pneumoconiosi, cioè una patologia polmonare provocata dall’inalazione di polveri, ad esempio sul lavoro ed infatti l’asbestosi è una tipica malattia respiratoria occupazionale

L’asbestosi, in particolare, è una pneumoconiosi interstiziale diffusa che origina dall’inalazione prolungata nel tempo di polveri di asbesto (fibre minerali di silicati di diversa composizione chimica) durante l’estrazione, la fresatura, la lavorazione industriale, l’applicazione (ad esempio per l’isolamento) o la rimozione di prodotti a base di asbesto.

Il rischio di sviluppare l’asbestosi, il cancro del polmone e il mesotelioma dipende dall’esposizione cumulativa alle fibre di asbesto nell’intero arco della vita

Sembra che l’asbesto favorisca ma non inizi la carcinogenesi.

L’incidenza del cancro del polmone è aumentata nei fumatori con asbestosi, con una relazione di tipo dose-dipendente.

Se ci sia un rischio aumentato nei non fumatori è dubbio, ma, se presente, esso è ritenuto minimo.

La probabilità di sviluppare cancro del polmone è notevolmente aumentata nelle persone che sono esposte all’asbesto e che sono forti fumatori, specialmente se fumano > 1 pacchetto/die.

All’asbestosi si possono associare varie malattie correlate, come mesoteliomi e versamenti pleurici, oltre al cancro del polmone.

Asbestosi: i mesoteliomi maligni pleurici e peritoneali

Sono rari tumori del tessuto mesoteliale associati all’esposizione ad asbesto.

L’esposizione è costantemente avvenuta 15-40 anni prima e può essere stata relativamente di breve durata (cioè, 12 mesi), ma intensa.

Il mesotelioma è solitamente associato con l’esposizione alla crocidolite, una delle quattro principali fibre commerciali.

Anche l’amosite spesso causa il mesotelioma, ma il tumore è molto raro nei soggetti esposti alla crisolite e all’antofillite.

Gli studi suggeriscono che il tumore in una persona esposta alla crisolite solitamente nasce da depositi di crisolite che vengono contaminati dalla tremolite, una forma anfibolica non commerciale dell’asbesto.

I mesoteliomi maligni pleurici, anche se rari, sono più frequenti di quelli benigni.

Il tumore maligno è diffuso, infiltra ampiamente la pleura e si associa sempre a versamento pleurico.

Il liquido può essere vischioso a causa dell’alta concentrazione di acido ialuronico.

Dopo l’esposizione all’asbesto possono svilupparsi placche pleuriche benigne e versamenti pleurici; tuttavia, i mesoteliomi pleurici benigni non sono collegati all’esposizione ad asbesto.

Versamento pleurico da asbestosi

Di rado le persone esposte all’asbesto sviluppano un versamento pleurico 5-20 anni dopo l’esposizione.

Il versamento può fare seguito a una breve esposizione ma più spesso è conseguente a esposizioni intermedie (cioè, fino a 10-15 anni).

Il meccanismo è ignoto, ma si presume che le fibre si spostino dai polmoni alla pleura inducendo una risposta infiammatoria.

Nella maggior parte delle persone, i versamenti si risolvono dopo 3-6 mesi; il 20% sviluppa una fibrosi pleurica diffusa.

Pochi individui possono sviluppare un mesotelioma maligno molti anni più tardi, ma non ci sono prove di un aumento dell’incidenza del mesotelioma tra quelli che hanno avuto un versamento pleurico.

Anatomia patologica e fisiopatologia

Le singole fibre di asbesto possono essere inalate profondamente nel parenchima polmonare e, una volta depositate e trattenute, causano lo sviluppo di fibrosi alveolare e interstiziale diffusa.

L’asbestosi porta a una riduzione dei volumi, della compliance (con aumentata rigidità) e degli scambi gassosi.

Le fibre di asbesto nel tessuto polmonare possono essere o non essere ricoperte ricoperte da un complesso ferro-proteina.

Una volta che le fibre sono ricoperte (corpi ferruginosi o dell’asbesto), si ritiene che esse diventino innocue.

In assenza dei segni di fibrosi nei polmoni, la presenza di fibre nel tessuto polmonare indica solo l’esposizione all’asbesto, non la malattia.

Occasionalmente, altre fibre, ad esempio il talco ricoperto da una proteina contenente ferro, possono mimare i corpuscoli di asbesto.

Asbestosi, sintomi e segni

Il paziente caratteristicamente rileva la comparsa insidiosa di una dispnea da sforzo e di ridotta tolleranza all’esercizio fisico.

I sintomi della patologia delle vie aeree (tosse, escreato e sibili) non sono comuni, ma possono presentarsi nei forti fumatori affetti da bronchite cronica associata.

La rx torace mette in evidenza piccole opacità irregolari o lineari diffusamente distribuite, di solito più evidenti nei campi polmonari inferiori.

Spesso sono visibili solo delle alterazioni minime alla rx ed esse sono spesso confuse con quelle relative ad altre condizioni.

Può essere evidente anche un ispessimento pleurico diffuso o localizzato, associato o meno a patologia parenchimale.

La malattia progredisce (ma solamente per 1-5 anni) nel 5-12% circa dei pazienti dopo la cessazione dell’esposizione.

La sintomatologia e le turbe funzionali si fanno più gravi man mano che la categoria rx peggiora. Si giunge infine all’insufficienza respiratoria con marcata compromissione dell’ossigenazione.

Le placche pleuriche localizzate non alterano la funzione, benché la fibrosi diffusa della pleura, come avviene dopo un versamento pleurico, è di solito associata a una grave compromissione restrittiva.

I mesoteliomi associati con l’esposizione all’asbesto risultano quasi sempre fatali entro 2-4 anni dalla diagnosi.

Essi si diffondono localmente per estensione e possono metastatizzare diffusamente.

È spesso presente un versamento pleurico con dolore toracico.

Diagnosi

La diagnosi di asbestosi richiede una storia di esposizione professionale e riscontri rx, clinici e funzionali di danno restrittivo e di ridotta capacità di diffusione da fibrosi polmonare diffusa.

La conferma istologica non è quasi mai necessaria né indicata.

Sebbene la diagnosi di carcinoma broncogeno può essere formulata rapidamente, esistono seri problemi medico-legali nello stabilire una relazione di causa-effetto con l’esposizione alle fibre di asbesto nel singolo paziente, specialmente se fumatore di sigarette.

Solo quando l’asbestosi è chiaramente dimostrata si può presumere che l’esposizione all’asbesto abbia avuto un ruolo.

È più difficile porre diagnosi di mesotelioma, che può essere confermata solo al riscontro bioptico o autoptico.

Profilassi e terapia

L’asbestosi è prevenibile, soprattutto con un’efficace eliminazione della polvere dall’ambiente di lavoro.

La forte diminuizione dell’esposizione all’asbesto ha ridotto l’incidenza dell’asbestosi ed è probabile che ulteriori progressi nell’igiene industriale la eradichino.

La profilassi più efficace contro il cancro del polmone può essere attuata dal lavoratore, vale a dire evitando l’esposizione continuativa e, soprattutto, astenendosi dal fumare sigarette.

Poiché un’esposizione breve all’asbesto (almeno 6 mesi-2 anni) ma in genere intensa può portare allo sviluppo di un mesotelioma, la sua prevenzione non è prevedibile con certezza, ma la sua incidenza si abbasserà di molto ora che nell’America del Nord e nella maggior parte dell’Europa la crocidolite non è più in uso.

Non esiste una terapia specifica per l’asbestosi o il mesotelioma; la terapia è sintomatica.

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