Biopsia: che cos'è e quando si esegue

La biopsia consiste nel prelievo e nell’analisi di tessuto biologico del paziente ed è quindi da considerare un esame medico a tutti gli effetti

La biopsia è un esame che può avere diversi fini diagnostici, ovvero:

  • la biopsia viene eseguita al fine di escludere o di confermare un sospetto di malattia;
  • la biopsia può fornire informazioni su di una patologia (riguardo cioè la gravità, l’estensione e le possibili terapie) e sul suo possibile decorso (la prognosi);

Si può eseguire sia su tessuti molli, ad esempio cute e mucosa, ma anche su tessuti duri, come lo è ad esempio l’osso.

La biopsia quando viene effettuata su tessuti molli può essere di due tipi:

  • incisionale, dove si asportano uno o più frammenti della lesione esaminata;
  • escissionale, nella quale avviene l’asportazione completa della lesione.

Come e quando si esegue la biopsia

L’esecuzione della biopsia e quindi il prelievo di tessuto può avvenire in diversi modi:

  • per via percutanea, con una TAC o un’ecografia;
  • per via endoscopica, ad esempio, durante una gastroscopia, una colonscopia o una broncoscopia;
  • per asportazione durante un intervento operatorio chirurgico;
  • attraverso un prelievo con ago (in questo caso parleremo di agobiopsia) guidato tramite ecografia;

Il campione di tessuto prelevato viene inviato in laboratorio dove subisce un trattamento con formalina e paraffina e viene tagliato in fettine dello spessore di 2-4 micron ed analizzato al microscopio.

Della diagnosi se ne occuperà uno specialista in anatomia patologica che valuterà il campione di tessuto prelevato dal paziente.

Il paziente dovrà fare attenzione ai punti di sutura e dunque evitare movimenti che mettano in tensione o che urtino la zona interessata nell’intervento di prelievo del tessuto.

Talvolta vengono applicati dei cerotti intradermici a cui deve essere precluso il contatto con l’acqua fino a quando ci sono i punti di sutura.

La biopsia come detto si esegue per diagnosticare o per avere conferma di infezioni, infiammazioni e tumori a carico di diversi organi interni, nonché per valutare il decorso della patologie e per stabilire le possibili terapie a cui sottoporre il paziente.

Viene impiegata comunemente per diagnosticare patologie epatiche, affezioni renali acute o croniche, malattie a carico della pleura (pleuriti, versamenti e neoplasie) e della prostata.

Nella diagnosi di alcune forme di leucemia e dei processi linfoproliferativi (linfomi di Hodgkin e non Hodgkin) svolge un ruolo chiave la biopsia midollare, che consiste nel prelievo di un campione di midollo osseo mediante un ago con mandrino.

I risultati si possono ritirare successivamente (circa 10 giorni), in quanto occorre tempo per la preparazione e lettura dei campioni prelevati.

I diversi tipi di Biopsia

La biopsia epatica si riferisce al prelievo di un frammento di tessuto epatico attraverso un ago dedicato, il fine ultimo sarà di identificare e caratterizzare diverse malattie del fegato.

La biopsia epatica viene utilizzata se vi è sospetto di una malattia al fegato che non può essere indagata altrimenti.

Come visto essa serve anche nel caso si voglia stabilire la gravità qualora già si fosse accertata la patologia con altre tecniche.

Quando parliamo di biopsia epatica parliamo di un esame invasivo e potenzialmente pericoloso.

Essa va dunque eseguita quando non si hanno altri metodi meno invasivi o non invasivi per ricavare adeguate informazioni diagnostiche.

La biopsia renale prevede la raccolta di un campione di cellule renali che verrà successivamente analizzato in laboratorio.

La procedura più comune è la via percutanea: si tratta di un esame poco invasivo che prevede l’utilizzo di un ago fatto penetrare attraverso la cute e portato fino al rene.

Prima di procedere con la biopsia renale è necessario effettuare degli esami diagnostici per evitare complicazioni durante l’intervento.

Comunque sia il più delle volte la procedura è sicura e priva di complicazioni.

I risultati finali sono attendibili e con informazioni utili per l’inquadramento diagnostico del paziente.

La biopsia mammaria o biopsia del seno serve a rimuovere un piccolo campione di tessuto del seno

La biopsia mammaria è considerata il modo migliore per valutare e determinare quando vi è sospetto la presenza di un cancro.

È consigliata dai medici quando si sentono dei noduli o degli ispessimenti dei tessuti del seno.

Le pazienti vengono preparate adeguatamente alla biopsia e dovranno collaborare coi medici informandoli ad esempio in merito ad allergie o all’utilizzo di anticoaugulanti.

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