Psicopatologie di guerra e dei prigionieri: le fasi del panico, la violenza collettiva, gli interventi sanitari

Con "psicopatologie di guerra" (angliškai "karo psichopatologija") in psichiatria e psicologia viene indicato l'insieme delle manifestazioni psichiche patologiche, individuali e collettive, a comparsa immediata o un tardiva, e con evoluzione tranzitacija, evoliucija se non esclusiva, relazione con avvenimenti eccezionali di guerra

Psicopatologie di guerra, aspetti clinici ir patogenici

I sutrikusi psikopatologija si manifestano normalmente in concomitanza col combattimento.

Essi possono comparire sia all'inizio del conflitto, quando la tensione accumulata durante l'attesa diventa intolerabile, sia mentre il conflitto è nel suo pieno svolgimento.

Di grande importanza in questo senso è il ruolo dell'accumularsi delle emozioni, che in alcuni casi particolari può spiegare la comparsa ritardata di certe reazioni: il tempo di latenza può durare mesi o anni, a seconda traumatiche.

Le manifestazioni individuali delle psicopatologie di guerra

Simili all reazioni fisiologiche, le manifestazioni individuali sono attentionate come reazioni a particolari stati di destrutturazione acuta della coscienza.

Se ne possono individuare schematicamente quattro formme elementari, di seguito elencate:

1) Forme ansiose

Atsižvelgta į fenomeno irrazionale, l'nerimas è tanto più intensa quanto più il pericolo minacciante è poco conosciuto.

L'esperienza avuta in combattimenti precedenti non semper permette di superarla, anzi spesso può verificarsi il fenomeno opposto.

L'ansia può scomparire o diminuire nel corso del conflitto, a mano a mano che una migliore valutazione della situazione permette al soggetto di recuperare il suo sangue freddo.

Se ciò non avviene, l'ansia può provocare disorderi del comportamento estremamente gravi, come fenomeni di aerazione e scariche motorie incontrollate.

Nel primo caso si instaura un quadro di inibizione con immobilità, stupore, mutismo, rigidità muscolare e tremori.

Nel secondo caso, il soggetto, urlando e con la faccia stravolta, fugge in maniera disordinata, a volte in avanti verso le linee nemiche, oppure cerca un illusorio riparo, trascurando le precauzioni elementari di sicurezza.

L'ansia può anche scatenare comportamenti estremamente aggressivi e caratterizzati da una violenta agitazione, simile al furore epilettico.

Quest'ultimo può essere all'origine di violenze e lesioni nei riguardi degli ufficiali o dei compagni di combattimento, oppure può portare ad automutilazione, a raptus suicida ea follia omicida accanita contro i prigionieri.

Simili stati si accompagnano normalmente a un oscuramento della coscienza ea fenomeni di amnesia.

Un periodo di ansia troppo prolungato può avere, come risvolto, una condizione di stress negativo che può indurre a suicidio.

2) Forme confusionali e deliranti

Questa sindrome può ridursi a semplici triki dell'attenzione, o sfociare in un vero e proprio stato di confusione mentale con dezorientamento spazio-temporale, Comportamenti di inibizione verso la realtà e stati di agitazione dal contenuto senpsio agitazione dal contenuto senazliance.

Lo psichiatra tedesco K. Bonhoeffer (1860) distingueva tre tipi di psicosi da spavento: una prima forma superficiale con disordini all'apparato motorio e vascolare, una forma con stupor emozionale, e una fase conclusiva in cuiordienzai certi a rimciordienzai la co.

La confusione mentale dovuta alla guerra è stata studiata in molti paesi, in quanto è una sindrome molto dažnai.

Durante la Seconda guerra mondiale ei conflitti successivi, questa confusione di guerra ha lasciato il posto alle psicosi deliranti acute; pažįstama, si è visto che durante l'ultimo conflitto mondiale alcune di queste psicosi rivestivano un aspetto šizofreniškas più inquietante. Esse, normalmente, regrediscono molto rapidamente.

Tutti questi quadri clinici acuti sono accompagnati da manifestazioni somatiche di spossatezza e sono seguiti da amnesia più o meno svarbie.

3) Forme isteriche

Sono state abbondantemente descritte dopo la prima guerra mondiale.

„Si può dire, che la clientela dei centri neurologici era formata principalmente da soggetti colpiti da triki funzionali. Questa grande quantità di storpi, di impotenti perseveratori, aveva molto stupito i medici neurologi di guerra, disabituati alla presenza degli isterici negli ospedali».

(Psicologo André Fribourg-Blanc, da L'isteria nell'esercito)

Nei conflitti modern, le forme isteriche sono tendenzialmente sostituite dalle affezioni psicosomatiche.

4) Susirgti depresija

Normalmente le forme depressive si manifestano alla fine di un periodo attivo di combattimento, per questo si osservano più facilmente nelle truppe in fase di riposo.

Le syy sono molteplici, fra cui stanchezza, insonnia o senso del dolore dovuto alla perdita di compagni.

Non sono rari stati di malinconia con rischio di suicidio, specialmente nei soldati che perdono in guerra un compagno con il quale non avevano un buon rapporto.

Tali forme depresyvinis possono manifestarsi anche in un oficiali che si ritiene responsabile della morte di un soldato subalterno, che egli stesso aveva esposto al fuoco.

Psicopatologie di guerra, le manifestazioni collettive: panico

Il panico viene definito come un fenomeno psicopatologico collettivo, che sopraggiunge in instancee di un pericolo mortale ea causa delle incertezze della battaglia; ha semper fatto parte del mondo del combattente e porta a fenomeni di perdita del controllo dell'emotività e di oscuramento dei pensieri da parte del soldato, causandogli spesso reazioni catastrofiche.

Lo studio di tale fenomeno è passato dalla paprastas aprašymas ir una ricerca sciencea oggettiva.

Il panico nasce da una perezione imprecisa (il più delle volte intuitiva e imaginaria, oppure in relazione a rappresentazioni mentali arcaiche), di un pericolo spaventoso e incombente, contro il quale è impossibile rezistere.

Risulta altamente contagioso e porta alla disorganizzazione del gruppo, a movimenti di massa disordinati, a fughe disperate in ogni direzione o al contrario alla paralisi totale del gruppo.

Talvolta, si assiste a comportamenti innaturali che vanno in direzione opposta all'istinto di conservazione e di sopravvivenza, come ad esempio i suicidi in massa in situazioni giudicate disperate: durante la Prima guerrail mondiale, dopov prolla de guerra mondiale, dopov de la Prima guerra mondiale , che avrebbero potuto essere salvati, si buttarono in mare e annegarono.

Le quattro fasi del panico

L'evoluzione del fenomeno di panico si svolge in maniera stereotipata.

Normalmente si osservano quattro fasi:

  • Un primo periodo di preparazione o di «allerta», caratterizzato da timori e da un sentimento di vulnerabilità, uniti ad altri fattori (fatica, demoralizzazione). Si diffondono false notizie, alimentate dagli agitatori, che creano situazioni ambigue e mal definite, in cui ciascuno è in cerca di informazioni. La capacità kritika è assente sia in coloro che le trasmettono che in coloro che le ricevono.
  • Una seconda fase, di «shock», brutale, rapida ed esplosiva, ma breve, dovuta all'irruzione dell'angoscia, che diventa terrore, di fronte al pericolo che sembra precisarsi. Le capacità di giudizio e di censura sono inibite, senza però incidere sulla disponibilità all'azione.
  • Una terza fase, di «reazione» o di panico propriamente detto, durante la quale si manifestano comportamenti anarchici di stupore e di fuga. Comincia così ad emergere una presa di coscienza che può portare alla sensazione di futilità della vita e dare luogo a reazioni suicidarie individuali o collettive.
  • Una quarta fase, di «risoluzione» e di interazione. La tempesta si calma, la paura diminuisce, compaiono i primi comportamenti di reciproco aiuto e si organizzano gli sforzi per ristabilire l'ordine; vengono designati dei capi, e conseguentemente dei capri espiatori sui quali si fissano la vendetta e la colpa. La tensione emotiva può talvolta sfogarsi in forme di violenza e di vandalism. Queste violenze si manifestano in proporzione all'angoscia sentita, alle esecuzioni e ai casi di arocità.

Priežastys

Il fenomeno del panico si sviluppa fra i soldati quando la truppa si trova in uno stato di allerta e di paura forzata, con scarsi rifornimenti, privata del sonno, provata dalle perdite subite, dai bombardamenti, dalle veglie notturne e dalle sconfitte.

Spesso basta un semplice rumore o il grido di un soldato timoroso a scatenare fenomeni di sgomento e terrore provocando equivoci fatali.

L'impiego di armi fino ad allora sconosciute, la sorpresa, le cattive condizioni di visibilità, l'atmosfera sonora possono far precipitare il terrore. Le tecniche di guerra psicologica, utilizzano l'effetto del panico come arma per indurre alla fuga i nemici.

Più in particolare, per quanto riguarda la guerra NBC (branduolinis, biologinis ir chimica), il terre viene utilizzato a scopo atsuasivo.

Questo perché il panico si manifesta più gyakori nelle retroguardie, dato che le truppe impegnate nell'azione hanno più la tendenza a combattere che a fuggire.

Sembra che il panico sia meglio osservabile a livello di piccole unità di gruppo, dove la regolamentazione di questi comportamenti è strettamente collegata alle interazioni individuali.

È a livello di questa, infatti, che si determinano le motivazioni; se ne verifica l'esistenza nel quotidiano, di fronte a necessità nedelsiant che esigono il ricorso ai capi e ai compagni.

Sul piano antropologico le incertezze messe in comune che sono accompagnate da ansia individuale, dovranno essere prevenute attraverso la rivalorizzazione dei fattori umani, il rinforzo della solidarietà e l'identificazione degli individui gruppo il loro; per tarifą ciò si dovranno applicare sia misure individuali che collettive.

Ricorderemo poi la concezione secondo cui la paura ha un ruolo di stimolo sociale, il che spiega perché questa emozione sia straordinariamente trasmissibile.

Contrariamente al punto di vista tradizionale, non è l'esteriorizzazione della paura da parte di certi individui a contaminare gli altri: se questi a loro volta la subiscono è perché hanno imparato a interpretare i segni visibili della paura come didici un pericolosa presenzaza a loro sconosciuta.

Essi non provano altro, in realtà, che la loro stessa paura, dovuta a un riflesso condizionato precedentemente acquisito che determina il rinforzo dell'azione.

Forme di psicopatologie indotte dalla violenza collettiva

È stato dimostrato che numerosi fenomeni di violenza collettiva, come la guerra ei conflitti provokano forme di psicopatologie molto gravi.

Ne possiamo individualuare alcune:

  • I traumi intenzionali sono indotti da esseri umani su altri esseri umani. Qui è centrale l'intenzionalità maligna nel provocare forte sofferenza psichica: in casi estremi emerge un forte trauma con forme allucinogene, ricordi traumatici e deliri di persecuzione o di influenzamento. A causa dell'estrema violenza e della ferocia dei conflitti, queste formme di violenza psichica sono semper più dažni.
  • Gli stati schizoidi o schizofrenici, si verificano dopo un fenomeno di privazione. Nella letteratura sciencea stessa, le forme schizofreniche sono decritte come "privazione sensoriale totale". A causa delle dure condizioni e dei ritmi forzati che la guerra impone, fra i soldati si verificano casi di depersonalizzazione, di dissociazione e di confusione dell'identità; rinunciano ad avere una identità propria per difendersi dall'annientamento.
  • I zavari psicosomatici comprendono ad esempio i disorderi muscolari e scheletrici, dovuti ai ritmi disumani e violenti della guerra.

Le condizioni sociologiche generali sono state particolarmente studiate nei combattenti

In questo ambito il morale risulta il fattore determinante, legato all'entusiasmo patriottico ea un ideale per il quale si è pronti a morire, se necessario.

Chiaramente, i soldati presenteranno minori rischi di cedimento psicologico, a seconda di quanto meglio saranno stati selezionati e addestrati.

Al contrario si nota come uno stato d'animo pessimista, l'assenza di motivazioni e la mancanza di preparazione dei soldati creino condizioni favorevoli a scompensi individuali e soprattutto collettivi, come ad esempio nel fenomeno del panico precedente.

È analizzando questi fattori che gli psicologi statunitensi hanno spiegato i numerosi zavari psichiatrici manifestatisi nell'esercito statunitense durante la Seconda guerra mondiale.

Questi triki si sono presentati in numero così elevato perché i giovani statunitensi non avevano ricevuto una preparazione psicologica adeguata.

Non essendo mai state incitate e abituate a vivere nel pericolo, convinte che la guerra riguardasse il civile anziché il militare, le giovani reclute erano convinte di non dover fare altro che aiutare le truppe scelte (šauliai).

In questi casi il grupo sarà influenzato in maniera più o meno diretta dai modelii socio-culturali, dalle tendenze ideologiche e da tutti quei fattori di condizionamento, frutti di una lunga educazione.

Le Cause delle psicopatologie

Le Cause che hanno portato alla comparsa di psicopatologie sono molte; fra queste, è regardato prioritario un atteggiamento generale fin troppo comprensivo, per non dire permissivo, nei confronti dei zavari mentali.

Nell'esercito del III Reich nella Seconda guerra mondiale e nei paesi totalitari, al contrario, i soldati che manifestavano reazioni isteriche, triki di personalità o depressioone erano sottoposti a misure fortemente penitive, perché si pensava che potessesretesses demoraliinare

Quando i loro zavari si presentavano in maniera più marcata, venivano trattati alla stessa stregua delle malattie organiche e regardati solo in riferimento ai singoli soggetti, e non alle condizioni psicologiche generali, che non potevano essere poste in diskusija.

In particolare, gli psichiatri tedeschi erano ossessionati dall'aspetto intenzionale del disordero, nella misura in cui la malattia libera l'uomo dai suoi doveri e delle sue responsabilità.

Amerikoje al contrario i zavari raddoppiarono rispetto agli anni della prima guerra mondiale, sicuramente perché si poneva più attenzione agli aspetti psicologici e forse perché l'organizzazione ession militare statunitense, liber meno richeprida, soldiamenta menta.

Per spiegare la scarsità di disorderi mentali nelle forze armate tedesche, gli psicologi tedeschi si richiamano all'azione positiva degli spostamenti, adottati nella guerra di movimento.

Infatti, la guerra di movimento, soprattutto se vittoriosa, risulta meno psicogena che la guerra di posizione o di trincea.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, certe azioni violente e molto dure avvenute in un clima di sconfitta, non semper comportano grandi scompensi.

Durante l'accerchiamento di Stalingrado avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, per esempio, nonostante la spaventose condizioni del combattimento, gli uomini non poterono lasciarsi andare alla malattia: questa li avrebbe separati dal gruppo, con la con la fressereguenza e alla morte certa.

Come animali feriti, essi mobilitarono le loro ultime energie per sopravvivere. In condizioni kritika quindi può accadere che il „sangue freddo“ e l'istinto di sopravvivenza permettano di risolvere situazioni che altrimenti sarebbero perdute, o dominate dalla paura.

Per quanto riguarda le condizioni sociologiche particolari, esistono delle difenze nella frequenza e nella sintomatologia della patologia mentale degli individui sottoposti agli stress della guerra, a seconda delle epoche, delle nazioni e delle modalità di combat.

A questo scopo, sono stati fatti studi comparativi per tentare di precisare i tipi di triki e di patologie all'interno dei vari ambiti sociologici.

Psicopatologie di guerra: i disorderi mentali dei prigionieri

Oltre a una serie di patologie conosciute, sono stati particolarmente studiati alcuni quadri clinici, in quanto più specifici:

  • Le psicosi nostalgiche in cui l'ansia è centrita sulla separazione dalla famiglia e dal proprio paese di origine. Esse colpiscono soprattutto certi gruppi etnici particolarmente legati ai loro paesi e alle loro tradizioni.
  • Gli stati reattivi da liberazione che si manifestano sotto forma di accessi melanconici o maniacali ("mania del ritorno").
  • Gli stati astenici di prigionia, osservati dopo il rimpatrio, caratterizzati da astenia ribelle, iperemotività, parossismi ansiosi, sintomi somatici e disorderi funzionali.

Le condotte ossessive si manifestano come comportamenti ossessivi per la vita. Adattandosi alla vita fuori dalla prigione, questi soggetti finiscono per dimenticarsi gli anni passati in carcere e le altre persone che ne sono uscite o che sono morte. In questi casi l'unico rimedio compose nell'agire sul grande sentimento di colpevolezza dell'ex-detenuto.

Questi stati, dal punto di vista evolutivo, guariscono con lentezza e possono manifestarsi anche su soggetti senza precedenti psichiatrici; pažįstama possono ripresentarsi in maniera periodica o in instancee di avvenimenti traumatici (la cosiddetta «nevrosi traumatica» ).

Un posto a sé merita la psicopatologia dei campi di concentramento e di deportazione, caratterizzata da zavari nutrizionali ed endokrini, dai postumi delle eccezionali privazioni, delle torture e della miseria fisica e morale, essa ha lasciabilito ne traepsie in traepsie

I prigionieri sottoposti a una lunga detenzione in un carcere presentano disorderi come l'astenia intellettiva, l'abulia, la ridotta resistenza ai contatti sociali e tutta una serie di sintomi funzionali, fra i quali non è semper possibile distributing a organic. In particolare, per questi soggetti risulta fortemente difficoltoso il riadattamento familiare, sociale e professionale, perché le condizioni pratiche e psicologiche risultano compromisse dalle kankinimo subite all'interno dei campi.

Viene, in questo senso, descritta la «sindrome di ecmesia parossistica tardiva» (osservata soprattutto in ex deportati), che conse nel rivivere dolorosamente certe scene della loro esistenza nell'atroce realtà del campo di concentramento.

I soggetti che sono stati salvati dai campi di concentramento, nonostante apparissero in buone condizioni, ad uno sguardo più approfondito, dietro il loro comportamento «calmo e cortese», si nascondevano fenomeni preoccupzzaament di trascuraillate avessero perso ogni nozione di igiene.

Era scomparsa ogni spontaneità e la loro sfera di interessi era ridotta, compreso, in particolar modo, l'interesse sul piano sessuale. In particolare sono stati esaminati 4.617 uomini che hanno subito trentanove mesi di prigionia in condizioni molto dure.

Solo grazie al loro grande coraggio personale questi soggetti sono riusciti a sconfiggere la morte e sopravvivere.

Analoghe constatazioni sono state fatte, dagli americani, riguardo ai loro prigionieri rimpatriati dalla Corea o dall'Indocina.

Essi avevano particolari difficoltà, anche quando ritornavano nähtavemente in buona salute, nel riallacciare i loro legami affettivi precedenti e nel crearne nuovi; manifestavano, invece, un attaccamento patologico ai loro ex compagni di prigionia.

In questi rimpatriati vengono studiate le conseguenze del «lavaggio del cervello» .

Nelle ore next alla liberazione si osserva la «reazione zombie» caratterizzata da apatia; in questi soggetti, malgrado un contatto dolce e affabile ed adeguate espressioni di affetto, la conversazione resta vaga e superficiale, soprattutto per quanto riguarda le condizioni della cattura e della «marcia verso la morte».

Dopo tre o quattro giorni si delinea un miglioramento caratterizzato da una maggiore collaborazione: il soggetto esprime, in maniera stereotipata e semper molto vaga, le idee ricevute durante l'indottrinamento. Il suo stato ansioso è dovuto alle nuove condizioni di vita, alle formalità administracinis, ai commenti della stampa sull'«indottrinamento» e ad una generale paura di essere rifiutato dalla collettività.

Alcuni eserciti, come ad esempio l'esercito americano, hanno iniziato a preparare i loro soldati, anche in tempo di pace, alle condizioni di prigionia, affinché prendano coscienza del rischio delle sofferenze e delle manichichepolazeroiual incuuerciu.

Gilinti:

Emergency Live ancora più… live: atsisiųskite naują nemokamą programą, skirtą iOS ir Android

Le origini dell'elisoccorso: dalla guerra Corea ad oggi, la lunga marcia delle operazioni HEMS

Operatoriai sanitari e soccorritori perdegime: i sintomi, la strada per uscirne

Vigili del Fuoco / La Piromania e l'ossessione per il fuoco: profilo e diagnosis di chi ha questo disturbo

ASO E TSO: cosa sono e quando si applicationano l'accertamento ed il trattamento sanitario obbligatorio

Rischio di suicidio tra i soccorritori: una pubblicazione squarcia il velo su un problem connesso allo stress

Esitazione nel condurre i mezzi: parliamo di amaxofobia, la paura di guidare

„Pronto Soccorso“ visų agresyviųjų grupių valdytojai: „L'analisi dei“ rizikos valdytojas

Sicurezza dei soccorritori: tassi di PTSD (disturbo da stress post traumatico) nei vigili del fuoco

L'importanza socio-culturale del volontariato sanitario e sociosanitario

Ansia, quando una reazione normale allo stress diventa patologica e determina disorderi?

Soccorrere un paziente con problemi di salute mentale: il protocollo ALGEE

La realtà virtuale nel trattamento dell'ansia: uno studio pilota

Ansia, panico e paura: differerli ancor prima di gestirli

„L'attacco di panico“ ir le sue caratteristiche

Fattori di stress per l'équipe degli infermieri dell'mergenza e le strategie di coping

Tourniquet ed accesso intraosseo: i žaidimų keitiklis nella gestione dell'emorragia massiva

Agenti biologici e chimici in guerra: conoscerli e riconoscerli per un intervento sanitario adeguato

Fonte dell'articolo:

Medicina internetu

Jums taip pat patiks