Alluvioni e inondazioni: le barriere Boxwall cambiano lo scenario della maxi emergenza

Nelle maxi emergenze determinate da alluvioni e inondazioni di fiumi e torrenti uno dei principali problemi affrontati dalla Protezione civile è la mitigazione dell’impatto

La mitigazione, infatti, consente da un lato di circoscrivere le aree di intervento, concentrando unità e mezzi di soccorso in quelle aree, dall’altro di individuare zone di sicurezza entro le quali evacuare la popolazione civile che sta subendo la maxi emergenza.

In tal senso le barriere anti inondazione sono dei presidi essenziali

Laddove le Protezioni civili se ne dotano, la riduzione del danno e il rischio vita risultano significativi.

Ma una Protezione civile non può compiere miracoli, e le barriere dovrebbero essere una delle dotazioni standard per le grandi strutture di aggregazione (come scuole, ospedali e uffici pubblici) poste in aree che hanno già conosciuto un rischio idrogeologico rilevante.

Come funzionano le barriere anti inondazione? L’esempio Boxwall di Noaq

La barriera NOAQ Boxwall BW 52 è una barriera protettiva mobile autoreggente ed autoancorante contro le inondazioni in grado di arginare dall’acqua fino ad un’altezza di 50 cm.

E, per completezza, la barriera BW102 argina ondate fino ad un metro.

Grazie al peso ridotto, può essere posata rapidamente per proteggere edifici e altri beni dall’acqua nonché per mantenere libere le strade.

La barriera è progettata per l’uso su superfici abbastanza uniformi quali strade asfaltate, pavimenti compatti, prati.

Ogni singolo box è composto da una parte di sbarramento (la parete posteriore), una parte di ancoraggio (la sezione orizzontale che poggia a terra) e una parte di tenuta (il bordo anteriore della sezione orizzontale).

Una barriera si costruisce collegando ogni box al precedente in modo da formare una catena. Si consiglia di procedere da sinistra verso destra (vista dal lato asciutto).

Come per tutte le barriere mobili antiallagamento è necessario prevedere una minima infiltrazione di  acqua

Questa può essere ridotta  coprendo la barriera con un telo in plastica.

L’acqua potrebbe anche fuoriuscire dal terreno sotto la barriera ed arrivare nella zona che vogliamo proteggere a causa della pioggia o da venute d’acqua interrotte dalla barriera stessa.

Pertanto è consigliato l’utilizzo di una o più pompe posizionate sul lato asciutto della barriera.

Quando si utilizzano barriere anti allagamento mobili è sempre necessaria una o più pompe per pompare l’acqua che si raccoglierà sul lato asciutto della barriera.

Si verificherà sempre una certa perdita, attraverso la barriera, sotto la barriera e anche attraverso il terreno stesso.

Inoltre sarà la stessa acqua piovana che si accumulerà dal lato protetto non riuscendo a fuoriuscire.

Se il terreno è pianeggiante o se è in pendenza verso l’inondazione, l’acqua infiltrata verrà drenata con una l’ausilio di una pompa.

Se il terreno è inclinato in direzione contraria all’inondazione (ad esempio, se l’acqua scende dalla cima di un argine), l’acqua infiltrata scorre via senza l’ausilio di pompe.

Da oltre 20 anni la Noaq produce e vende con successo in tutto il mondo il sistema Boxwall, la Falzoni si occupa della distribuzione da sempre in Italia collezionando prestigiose referenze e riconoscimenti da dipartimenti di Protezione Civile come la Regione Piemonte e Roma Capitale, da enti come l’Università di Firenze, e da aziende private.

Cinquanta centimetri, o addirittura un metro, di “respiro” possono davvero fare la differenza, in scenari emergenziali.

Consente di concentrare le forze sul campo nelle aree prossime alla inondazione, considerando in ragionevole sicurezza quelle più lontane, seppur interessate dall’evento.

In caso di alluvioni da bomba d’acqua consente la messa in sicurezza delle strutture sanitarie e scolastiche, e quindi anche la tranquillità di chi vi è accolto.

Le barriere anti allagamento, quindi, fanno la differenza quando fare la differenza cambia la narrazione di un evento.

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Fonte dell’articolo

Falzoni

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