Tampone faringeo: quando è necessario farlo?

Il tampone faringeo l’esame più indicato per la diagnosi di faringite batterica

E’ l’esame microbiologico del cavo faringeo ed è la procedura più indicata per diagnosticare le faringotonsilliti batteriche.

Queste ultime sono principalmente causate da un batterio chiamato Streptococcus pyogenes.

In cosa consiste un tampone faringeo?

Il prelievo si esegue con un tampone costituito da un bastoncino cotonato (simile a un cotton-fioc, ma più lungo) che viene introdotto in bocca e strofinato delicatamente sulla parte posteriore del cavo orale (il faringe) e sulla superficie delle tonsille (se non sono state asportate per precedenti infezioni).

Il bastoncino contenente le secrezioni faringotonsillari  viene poi inserito in un contenitore idoneo per essere inviato in laboratorio.

Con il tampone faringeo è possibile eseguire il test rapido oppure la coltura

È un test di facile utilizzo, solitamente eseguito presso la maggior parte dei centri prelievi, o anche negli studi dei pediatri, che permette di avere un risultato in pochi minuti.

Il test rileva l’eventuale presenza di alcune molecole tipiche dello streptococco, tramite metodiche facili da eseguire, simili a quelle dei test di gravidanza.

La coltura del tampone faringeo rappresenta lo strumento più attendibile per la diagnosi di faringotonsillite acuta.

La secrezione ottenuta con il tampone viene posta in idonei terreni di coltura: se presenti, i batteri crescono dopo 24-48 ore e possono essere identificati per dare loro “nome e cognome” (ad esempio lo Streptococco pyogenes indicato sopra, o altri germi).

Inoltre con la coltura è possibile testare la sensibilità dei batteri a vari antibiotici, chiamata antibiogramma, per poter dare la terapia antibiotica più adeguata ed efficace.

Per ottenere risultati ottimali è molto importante eseguire il tampone faringeo prima di iniziare la terapia antibiotica.

Il test rapido è semplice da eseguire, e se positivo normalmente è attendibile e indica la presenza dello streptococco.

Di contro, se negativo (non è molto sensibile), non esclude che lo streptococco sia comunque presente; inoltre il test rapido non riconosce germi diversi dallo streptococco pyogenes.

Pertanto, in caso di test rapido negativo pur in presenza di sintomi infiammatori del faringe, è consigliata l’esecuzione della coltura.

Va chiarito che la presenza del germe nel faringe non è necessariamente indicativa di malattia, in quanto il germe può “albergare” nel faringe senza dare sintomi.

In tal caso si parla di “portatore sano”, che però può comunque trasmettere il germe ad altre persone.

Nel caso invece della presenza di sintomi (mal in gola, tosse, febbre, difficoltà a deglutire, ecc), un tampone positivo è indicativo della presenza del germe in causa nella faringite o faringotonsillite in corso.

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Bambino Gesù

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