Valvulopatia aortica: che cos’è?

Con “valvulopatia aortica” si intende una condizione in cui la valvola aortica – struttura che regola il flusso unidirezionale del sangue che dal ventricolo sinistro del cuore passa in aorta – non è più in grado di svolgere la sua funzione

Questo accade quando la valvola – formata da tre lembi di tessuto – si ostruisce oppure non riesce più a chiudersi in maniera perfetta.

Nel primo caso, saremo di fronte ad una stenosi aortica.

Nel secondo caso, invece, ci troveremo ad aver a che fare con un’insufficienza aortica.

In entrambi i casi il ventricolo sinistro per lo sforzo si ipertrofizza e si deforma, presentando a lungo andare importanti disfunzioni nella contrazione del muscolo cardiaco, che posso successivamente esitare in uno scompenso cardiaco.

Valvulopatia aortica: le cause

La valvulopatia aortica presenta cause differenti in base al difetto riscontrato dalla valvola. Se siamo in presenza di stenosi aortica, questa può essere congenita oppure acquisita.

Quando congenita, la condizione che più di frequente si riscontra nei bambini è la bicuspidia: la valvola aortica non è formata da tre lembi ma da due.

Quando acquisita, la stenosi aortica calcifica si manifesta in età adulta avanzata in concomitanza con altri fattori di rischio quali arteriosclerosi, ipertensione ed ipercolesterolemia; è di conseguenza destinata ad aumentare con l’aumentare dell’età.

Quando invece siamo in presenza di insufficienza aortica, le cause potrebbero essere riscontrate in alcune malattie infettive come l’endocardite, l’ipertensione, le patologie autoimmuni, l’assunzione di alcuni farmaci dimagranti oppure – molto più di frequente – l’insufficienza aortica può essere di tipo degenerativo.

Molto più rara è l’insufficienza aortica di origine congenita.

Valvulopatia aortica: i sintomi

Se si presenta sotto forma di stenosi aortica, la valvulopatia aortica può per lungo tempo rimanere asintomatica ed essere riscontrata soltanto durante una visita clinica grazie alla presenza del tipico soffio sistolico nella regione di auscultazione aortica.

Se sintomatica, i sintomi più comuni sono il dolore al torace, respirazione difficoltosa e sincope, spesso presenti in concomitanza.

Anche l’insufficienza aortica può rimanere a lungo asintomatica ma, qualora non lo fosse, i sintomi che si riscontrano più di frequente sono l’affaticamento, il dolore al petto, la mancanza di respiro, le vertigini, la percezione di battito cardiaco irregolare o immotivatamente accelerato.

Nei casi più gravi – sia in presenza di stenosi aortica che di insufficienza aortica – si possono verificare collassi cardiovascolari che portano, nell’ipotesi più grave, alla morte del paziente.

Valvulopatia aortica: la diagnosi e la cura

Ognuno dei sintomi sopra elencati non deve in alcun modo essere sottovalutato: ognuno di questi potrebbe essere un campanello d’allarme che porta il paziente a richiedere tempestivamente al proprio medico di base la prescrizione una visita specialistica cardiologica.

Durante quest’ultima, dopo aver eseguito un’accurata anamnesi, saranno prescritti alcuni esami di approfondimento per valutare attentamente la situazione cardiaca del paziente quali EcocolorDoppler transtoracico e/o transesofageo.

Una volta diagnosticata la valvulopatia aortica, lo specialista cardiologo potrebbe prescrivere al paziente la terapia farmacologica, la quale servirà soltanto ad alleviare i disturbi derivanti dalla condizione patologica; altrimenti si potrà prendere in considerazione – come soluzione definitiva – l’intervento chirurgico per l’inserimento di una protesi valvolare, meccanica o in tessuti biologici.

In alternativa, esistono alcune tecniche mininvasive percutanee per la sostituzione della valvola aortica difettosa, attualmente praticabili sono in caso di stenosi aortica.

Valvulopatia aortica: fattori di rischio e prevenzione

Quando non è di origine congenita, la valvulopatia aortica si manifesta in genere in soggetti in età avanzata che presentano dunque forme reumatiche o forme degenerative, caratterizzate da fenomeni infiammatori e aggravate dai consueti fattori di rischio cardiovascolari quali fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia.

Di conseguenza, la prevenzione interviene dal momento in cui si limitano i principali fattori di rischio, conducendo una vita sana, fisicamente attiva e caratterizzata da una dieta povera di calcio e grassi saturi.

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