Broncopolmonite: sintomi, cause e cure

La broncopolmonite consiste nell’infiammazione acuta di bronchi e polmoni. Differisce da un normale bronchite in quanto si estende, diversamente da questa, anche agli alveoli polmonari e all’interstizio polmonare

Si tratta di una malattia respiratoria molto diffusa durante le stagioni fredde, anche se può colpire in qualsiasi periodo dell’anno.

Essa è causata da un’infezione di tipo batterico o virale, generando sintomi come febbre alta, tosse con catarro, respiro corto, affanno, dolore al petto e diaforesi.

Esistono delle categorie più a rischio – tipicamente bambini, anziani e soggetti con basse difese immunitarie –  per le quali agenti patogeni in genere ben tollerati, che nelle persone sane inducono comunemente sindromi influenzali o una bronchite, possono causare infezioni più estese come la broncopolmonite.

Indipendentemente dalle cause specifiche della broncopolmonite, la sintomatologia può includere:

  • tosse con o senza catarro
  • febbre alta (anche tra i 39 e i 40°C)
  • dolore al petto
  • dispnea
  • tachipnea
  • respirazione rapido
  • sudorazione
  • brividi
  • mal di testa
  • dolori muscolari
  • senso di fatica
  • perdita di appetito
  • confusione o delirio (soprattutto nel caso di soggetti anziani)

Al fine di evitare complicanze serie, è opportuno rivolgersi al proprio medico, soprattutto qualora si riscontrino intenso dolore al petto, tachipnea e stato confusionale.

Se non opportunamente trattata, o in caso di diagnosi tardiva, la broncopolmonite può causare complicazioni, tra cui la più temuta è la così detta “sepsi” (o setticemia).

Si tratta di una grave condizione clinica, a seguito dell’attivazione di un’elevatissima risposta immunitaria dopo il passaggio nel sangue di agenti patogeni.

La sepsi tipicamente comporta febbre alta, ritmo cardiaco accelerato, pallore, accelerazione del respiro, pressione sanguigna inferiore alla norma, confusione, brividi di freddo e perdita di coscienza.

Altre possibili complicazioni della broncopolmonite sono:

  • pleurite, ossia un’infiammazione che interessa appunto la pleura, cioè la membrana protettiva che riveste i polmoni e le cavità in cui essi risiedono.
  • insufficienza respiratoria (che si verifica quando il sistema respiratorio non riesce a mantenere un corretto livello di ossigenazione nel sangue o di eliminazione dell’anidride carbonica)
  • problemi cardiovascolari
  • ascesso polmonare, cioè una cavità contenente pus, localizzata nei polmoni; solitamente tale lesione è circondata da un’area infiammatoria più o meno ampia.

Broncopolmonite: le cause

A seconda della causa che ne determina lo sviluppo la broncopolmonite si distingue in:

  • infettiva (circa il 90% dei casi), a sua volta classificabile in batterica, virale e micotica
  • non infettiva

La pleurite comporta disturbi come insufficienza respiratoria, problemi cardiovascolari e ascesso polmonare.

Indipendentemente dallaIndipendentemente dalla causa, durante una broncopolmonite si sviluppa un’infiammazione che interessa l’albero bronchiale fino agli alveoli polmonari.

Nella broncopolmonite abbiamo un’infiammazione di tipo lobulare . L’infiammazione del parenchima polmonare può essere:

  • lobulare, se riguarda i bronchi e i lobuli polmonari (piccole porzioni di parenchima polmonare).
  • lobare, se interessa porzioni più grandi di parenchima polmonare (tipicamente dovuta a pneumococco).

Si può osservare un edema interstiziale che evolve in alveolare (con aggravamento dei sintomi).

Gli alveoli possono arrivare alla completa obliterazione con sviluppo di insufficienza respiratoria e acidosi.

La bronchite infettiva può essere batterica, virale e micotica

I principali batteri responsabili della broncopolmonite sono:

  • Streptococcus Pneumoniae (o pneumococco)
  • Staphylococcus Aureus
  • Haemophilus Influenzae
  • Klebsiella pneumoniae
  • Moraxella Catharralis
  • Mycobacterium Tubercolosis (responsabile della tubercolosi),
  • Pseudomonas Aeruginosa
  • Pneumocistis Carinii (tipica degli immunodepressi da HIV)

Per quanto riguarda, invece, la broncopolmonite infettiva di tipo virale, i principali virus indiziati sono: i virus influenzali e il virus respiratorio sinciziale (che colpisce soprattutto i bambini con età inferiore ai 2 anni).

Esistono poi forme più rare di natura fungina o protozoaria, causate da:

  • Candida Albicans
  • Aspergillus
  • Criptosporidium

La broncopolmonite non infettiva è una forma più rara, in quanto rappresenta solo il 10% della totalità dei casi di broncopolmonite, ed è da imputare ad agenti ambientali, fisici o chimici.

Si verifica generalmente per inalazione di corpi estranei che attraverso l’albero bronchiale arrivano fino al polmone.

Si parla in tal caso di polmonite ab-ingestis.

Si sviluppa frequentemente nel bambino o nell’anziano con grave disturbo della deglutizione.

I corpi estranei sono tipicamente:

  • alimentari, come piselli, noccioline, arachidi o altri semi; a volte la causa è il vomito che risale dall’esofago e imbocca la via respiratoria (può accadere per esempio nei soggetti allettati)
  • non alimentari, ossia frammenti di giocattolo, pile, monetine e altri oggetti plastici o metallici
  • acidi o altre sostanze chimiche irritanti
  • inalazione di gas velenosi o tossici
  • interventi chirurgici a carico delle vie aeree
  • allergeni; si parla in questo caso di polmonite da ipersensibilità, scatenata da una reazione allergica.

La broncopolmonite colpisce con maggiore frequenza determinate tipologie di individui, come ad esempio:

  • i bambini sotto i 2 anni, soprattutto per ciò che concerne la broncopolmonite virale
  • i soggetti sopra i 65 anni
  • chi soffre di malattie polmonari, come fibrosi cistica, asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
  • i soggetti affetti da AIDS (o HIV)

Gli individui con sistema immunitario indebolito, per esempio a seguito di chemioterapia o assunzione di farmaci immunosoppressori

  • i fumatori
  • i soggetti che hanno una storia di grave alcolismo
  • persone con serie difficoltà di deglutizione
  • persone con problemi di malnutrizione

Curare la broncopolmonite

La terapia per la broncopolmonite varia in base alla cause che l’hanno generata.

Se la fonte è virale, solitamente i medici consigliano un periodo di riposo di circa  1 o 2 settimane.

Si ricorre alla terapia farmacologica solo in caso di sintomatologia severa o quando la malattia non accenna a migliorare.

Se l’origine della broncopolmonite è invece batterica, i medici solitamente prescrivono una terapia antibiotica, in quanto quest’ultima si configura come l’unica soluzione per l’eliminazione dell’agente infettivo.

In tali casi, per evitare episodi di recidiva, è essenziale che il paziente completi il trattamento antibiotico prescritto.

Su indicazione medica può essere utile eseguire un ciclo di aerosol terapia.

Indipendentemente dalla causa alla base della broncopolmonite, esistono alcune buone norme da seguire per alleviare i sintomi:

  • mantenere un buon livello di idratazione, bevendo molta acqua e  assumendo bevande calde
  • ricorrere al paracetamolo per contrastare la febbre

Nei casi più seri di broncopolmonite si rende necessario un ricovero ospedaliero. In tali circostanze i medici potrebbero dover ricorrere alla ventilazione assistita e alla somministrazione di farmaci per via endovenosa.

Generalmente, una broncopolmonite diagnosticata precocemente e curata in modo corretto ha una prognosi positiva.

Se, invece, riscontrata in ritardo o trattata in modo non appropriato, può andare incontro a complicanze, anche gravi.

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