La tachicardia sinusale: che cos’è e come si cura

La tachicardia sinusale è la più frequente alterazione del ritmo cardiaco riscontrabile nella pratica clinica

Il termine medico tachicardia sinusale racchiude un gruppo eterogeneo di disordini tra cui:

  • la tachicardia sinusale secondaria a stress psico-fisico,
  • la tachicardia sinusale secondaria ad altre patologie,
  • la tachicardia sinusale ortostatica (Postural Orthostatic Tachicardia Syndrome- POTS), caratterizzata dalla presenza di tachicardia sinusale all’assunzione della posizione eretta
  • la tachicardia sinusale inappropriata, dove si riscontra un’alterazione dei fisiologici meccanismi regolatori della risposta cronotropa.

La sovrapposizione clinica e sintomatologica di questi disordini rende a volte difficile una corretta diagnosi differenziale.

Tachicardia Posturale Ortostatica

La tachicardia Posturale Ortostatica è caratterizzata da una intolleranza alla stazione eretta che si manifesta con i cambi di postura.

Dopo il passaggio dalla posizione supina a quella eretta si riscontra un aumento della frequenza di 30 bpm rispetto al basale o frequenza cardiaca di 120 bpm per almeno 10 minuti, senza associata ipotensione ortostatica.

La patologia risulta quindi diagnosticabile con il Tilt Up Test.

Tachicardia sinusale inappropriata

La tachicardia sinusale inappropriata è una sindrome in cui la frequenza cardiaca sinusale è più elevata di quanto dovrebbe essere: la frequenza cardiaca a riposo può superare i 100 batt/min e un minimo sforzo fisico l’aumenta in maniera rapida ed importante.

I pazienti presentano frequenza cardiaca diurna superiore ai 100 bpm, non correlate a situazioni fisiologiche di aumento della domanda, con medie nelle 24 ore che si aggirano sui 90 batt/min, e frequenza cardiaca che si normalizza nelle ore notturne.

Nella Tachicardia sinusale inappropriata l’accelerazione della frequenza cardiaca per sforzi minimi è eccessiva e il recupero della stessa è molto lento e non si riduce sino a livelli normali.

L’origine del ritmo e sempre quella fisiologica, cioè dal nodo seno-atriale, e pertanto all’elettrocardiogramma le onde P hanno morfologia ed asse sovrapponibili a quelli del normale ritmo sinusale.

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Quali sono i sintomi della tachicardia sinusale?

Si riscontra più frequentemente nel sesso femminile, generalmente tra la seconda e la quinta decade.

Il corredo sintomatologico è vario, la modalità di presentazione può essere costante o intermittente.

Tra i sintomi più frequenti si riscontrano:

  • palpitazioni,
  • dispnea,
  • facile affaticabilità,
  • intolleranza all’esercizio,
  • cefalea,
  • lipotimia,
  • sincope,
  • toracoalgie,
  • mialgie,
  • ansia,
  • stress,
  • depressione.

Solitamente la diagnosi non è accidentale, ma i pazienti giungono all’osservazione del medico per comparsa di uno o più sintomi.

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Diagnosi: quali esami fare?

Per il corretto inquadramento sono indispensabili esami strumentali come: l’elettrocardiogramma, l’holter cardiaco (preferibilmente a 12 derivazioni), l’ecocardiogramma e alcuni esami ematochimici ed ormonali.

La diagnosi di TSI è una diagnosi per esclusione, può quindi essere fatta solo in presenza di una tachicardia sinusale prolungata e recidivante, non spiegabile in altro modo.

Prima di porre diagnosi di Tachicardia sinusale inappropriata debbono essere escluse altre patologie come la tachicardia posturale ortostatica e la tachicardia sinusale appropriata-secondaria all’associazione con altre cause, tra cui quelle elencate di seguito: anticolinergici, catecolamine, alcol, anemia, antiasmatci, meta-anfetamine, cocaina, caffeina, marijuana, disidratazione, febbre, ansia, attacchi di panico, dolore, ischemia miocardica, embolia polmonare, valvulopatie, attività fisica, pneumotorace, pericardite, miocardite, ipertiroidismo, iperglicemia, ipovolemia, anemia, iperpiressia, infezioni, ipossiemia, feocromocitoma.

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Trattamento: come si cura la tachicardia sinusale?

La tachicardia sinusale inappropriata si cura con il cambiamento dello stile di vita e con aumento della attività fisica aerobica, a cui associare:

  • Farmaci beta bloccanti (in particolare metoprololo ed atenololo) che sono efficaci nel ridurre la frequenza, sebbene alcune volte risultino non tollerati per la comparsa di ipotensione arteriosa.
  • L’ivabradina, un’antagonista della corrente If, è efficace nella riduzione significativa della frequenza cardiaca senza alcuna influenza sulla pressione arteriosa ed una miglior resistenza allo sforzo.
  • L’uso di calcio antagonisti è controverso e la loro efficacia è discutibile.

Citiamo, infine, l’ablazione transcatetere: alcuni pazienti non rispondono alla terapia farmacologica singola né alla terapia con più farmaci. In questi pazienti risulta utile effettuare una ablazione transcatetere di tachicardia sinusale.

La procedura interventistica è volta a modulare la attività del nodo seno-atriale che riduce cosi la sua frequenza intrinseca.

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Fonte dell’articolo

Medicitalia

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