Comparativa divise da soccorritore: le prove dei nostri lettori

SCHIAVI, DIVISA CROCE ROSSA IN CORDURA ELASTICIZZATA

Gli interventi di soccorso sono la mia principale attività. Che si svolgano nell’ambito del soccorso urgente o di assistenze sanitarie, mi impone di indossare una divisa che sia il più possibile comoda e che permetta al contempo di affrontare ogni tipologia di intervento sicuri della sua affidabilità in termini di protezione.
In questo,  la divisa CRI in cordura elasticizzata di Sartoria Schiavi, rappresenta un capo da prendere in considerazione, per diverse ragioni.

Il modello in cordura elasticizzata della divisa da intervento CRI di Sartoria Schiavi rappresenta, volenti o nolenti, un salto in avanti rispetto alla prima divisa unica che l’associazione ha adottato ormai quasi 10 anni fa. Il prodotto Schiavi garantisce una protezione biologica secondo gli standard UNI EN 13688 e UNI EN 14126:2008. Questo fattore tutela la sicurezza anche su servizi con un rischio biologico considerevole. Certo però le divise devono essere comode, e questa segue la scia di tutti i più recenti modelli di divisa da intervento inserendosi nei capi a vestibilità stretch, permettendo davvero una grande mobilità. Non sono riuscito a trovarmi scomodo in nessuna attività a contatto con il paziente: dal primo approccio fino alle manovre di immobilizzazione, passando per i più svariati tragitti da e verso il target o il mezzo di soccorso.

Tornando alla sicurezza, vanno sicuramente menzionate le toppe rinforzate alle ginocchia, che mischiano cordura  e tessuto rifrangente. Queste toppe riducono i fastidi di quanto si è costretti a lavorare a contatto con il pavimento o il terreno, oltre ad evitare l’usura di una parte tipicamente molto sollecitata. Anche le bande rifrangenti si comportano bene: ognuna è fissata con quattro cuciture, disposte a due a due lungo gli estremi di ogni banda, scelta che rende davvero difficile perderne una per strada. Anche le bande sono poi elasticizzate, espediente che permette di dire addio alla fissurazione e disgregazione tipica dei modelli vecchi.

C’è però da valutare la questione temperature. Il caldo e il freddo, lo sappiamo, sono davvero compagni poco simpatici di ogni soccorritore. La mia idea è quella di non aspettarsi mai un capo da soccorso che sia anche termicamente confortevole come faremmo con il vestiario di tutti i giorni. Insomma: d’inverno siamo destinati ad avere freddo e d’estate ad avere caldo. In parte per le caratteristiche dell’attività e in parte per quelle dei tessuti delle nostre divise, che danno la priorità ad altri aspetti. E’ il freddo il nemico peggiore delle divise Schiavi. Niente che non si possa tranquillamente affrontare con un buon pile o una giacca imbottita. Piacevole invece l’uso dei pantaloni durante l’estate, probabilmente perché la loro vestibilità evita che le gambe si trovino circondate dall’aria calda che è presente nei modelli a vestibilità normale.

Le tasche invece sono un capitolo a parte. Se quella dedicata alla radio sul petto è troppo stretta per molti modelli, ho trovato eccezionale il tascone sulla schiena, davvero comodo per contenere volumi di un discreto ingombro. Le tasche dei pantaloni sono invece un punto un po’ dolente. Se da un lato è vero che il volume ridotto consente di avere meno ingombri sulle gambe, è anche vero che spesso questi ingombri sono proprio voluti: per riporre nei classici tasconi di tutto e di più. In questi pantaloni avrei certamente preferito non avere il secondo paio di tasche – alle caviglie – per barattarlo con due tasche alle cosce almeno un po’ più capienti.

Anche la copertura rifrangente delle cerniere l’avrei evitata volentieri: è molto carina, ma nella mia esperienza – tanto con questo capo quando con la versione a rinforzi e cerniere nere, dedicata alle attività di emergenza  e protezione civile – va incontro a un deterioramento abbastanza rapido, e finisce per inficiare in maniera non proprio simpatica l’utilizzo funzionale delle tasche. Comunque niente di troppo grave, nell’utilizzo quotidiano.
L’unico punto negativo, se così si può dire, dell’intero capo, sono comunque le cerniere. Già al tatto e dai primi utilizzi mi sono sembrate troppo leggere e poco resistenti, e sebbene il loro meccanismo non mi abbia ancora tradito dopo quasi due anni di utilizzo, non si può dire lo stesso per le cuciture che le saldano a giubbino e – soprattutto – pantaloni.

Pantaloni nei quali dobbiamo stare attenti a non riporre oggetti troppo appuntiti, perché il tessuto è abbastanza suscettibile di danneggiamento, in special modo appunto in corrispondenza delle già citate cuciture. Considero comunque questa una piccola norma di buonsenso su quasi qualsiasi modello di divisa, insieme ovviamente alla necessaria attenzione alle istruzioni di lavaggio e pulizia.

  • QUALITÁ – Buona qualità adatta a molti soccorritori e associazioni. Polivalenza è la parola chiave. 4/5
  • COMODITÁ – Facile da indossare, perfetta in ogni attività a contatto con il paziente e non. 3/5
  • RESISTENZA – Rinforzi alle ginocchia molto utili. Buona resistenza delle bande, mentre le cuciture accusano talvolta qualche colpo. Il tessuto si comporta in generale bene. 4/5
  • DESIGN – La vestibilità concorre a renderla anche visivamente molto interessante. Abbondano le aree riflettenti, che forse avrebbero potuto essere omesse in alcuni punti. Una sola striscia di velcro pettorale rende il capo certamente poco personalizzabile per alcuni, ma io apprezzo molto di più la semplicità. 4/5

LA NOSTRA LISTA:

  1. RESCUE PROTECH: LA DIVISA PER PROFESSIONISTI DEL SOCCORSO
  2. ENERGY: LA DIVISA PER OPERATORI SANITARI BY RED4LIFE
  3. SCHIAVI, DIVISA CROCE ROSSA IN CORDURA ELASTICIZZATA
  4. REVERSE: COME VANNO GIACCA HORNET E PANTALONI VERTICAL?

 

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