Saturazione dell’ossigeno: valori normali e patologici in anziani e bambini

Con “saturazione dell’ossigeno” (più correttamente “saturazione emoglobinica arteriosa“) in medicina si indica la saturazione dell’emoglobina nel sangue arterioso

Fisiologia

I tessuti dell’organismo umano, per sopravvivere, hanno bisogno costantemente di ossigeno in quantità adeguata.

I globuli rossi trasportano dai polmoni all’organismo, attraverso le arterie, l’ossigeno di cui questo ha bisogno.

Il livello di saturazione altro non è che è un indice che rappresenta la percentuale di emoglobina satura di ossigeno, in rapporto alla quantità totale di emoglobina nel sangue.

Un carico d’ossigeno trasportato dagli eritrociti (saturazione), ridotto, può essere dovuto a determinate malattie: una saturazione troppo bassa, potrebbe essere il segnale di problemi respiratori o circolatori.

Saturazione dell’ossigeno, come si misura?

La saturazione viene normalmente misurata dal medico o l’infermiere con il pulsiossimetro o ossimetro o saturimetro, uno strumento portatile che si applica su un dito o sull’orecchio in modo indolore.

I saturimetri portatili, sia che si tratti di saturimetri per adulti che di saturimetri pediatrici, cioè per bambini, funzionano tutti secondo lo stesso principio: misurano l’emoglobina presente nel sangue, e da questa stimano la quantità di ossigeno presente nello stesso.

Oltre a questa loro (principale) funzione, i saturimetri sono solitamente anche dotati di un rilevatore di frequenza cardiaca.

E comunque, eseguire una misurazione con un saturimetro è molto semplice. Basta posizionare i sensori dello strumento:

  • al polpastrello di un dito di mano o piedi;
  • al lobo dell’orecchio.

A questo punto il display dell’apparecchio restituisce i valori automaticamente.

Cosa fare se il saturimetro non funziona?

Se lo strumento non riesce a rilevare i dati, potrebbe essere utile provare a cambiargli posizione sul dito o cambiare del tutto il dito.

La rivelazione potrebbe non avvenire corretamente o non avvenire affatto:

  • se il saturimetro è malfunzionante o ha la pila scarica;
  • se il saturimetro è rimosso troppo velocemente dal dito;
  • se il dito è freddo (in questo caso è utile scaldare il dito sfregandolo con l’altra mano oppure abbassando la mano verso terra in modo che la forza di gravità faccia ristagnare sangue sul dito interessato);
  • se sulla mano c’è un guanto;
  • se sul dito c’è smalto e/o unghie finte.

Saturazione dell’ossigeno, i valori normali

Una misurazione fisiologica della saturazione “in aria ambiente”, cioè senza ventilazione artificiale, riportata con la sigla “SpO²“, si attesta tra il 95% e il 99%, solitamente intorno a 97%, sia in adulti che in bambini.

Valori lievemente diversi non indicano necessariamente patologia: ad esempio negli anziani il valore potrebbe essere normale pur essendo lievemente inferiore ai valori fisiologici, ad esempio intorno al 93%.

A volte anche valori intorno al 90%, quindi apparentemente patologici, possono in realtà essere normali in alcuni pazienti: è il caso di persone affette da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Valori tra il 99% ed il 100% potrebbero essere normali in caso di somministrazione artificiale di ossigeno, ad esempio nell’ossigenoterapia.

Saturazione dell’ossigento, valori bassi ed ipossia

Valori di SpO² compresi tra 90 e 95% indicano una parziale assenza dell’ossigeno (lieve ipossia, potenzialmente indice di patologia), mentre valori al di sotto del 90% non sono fisiologici ed indicano una severa deficienza di ossigeno (grave ipossia) che necessita di ossigenoterapia e di assistenza ventilatoria urgente per il bambino e l’adulto.

Valori alti ed iperventilazione

Il valore di 100 misurato “in aria ambiente” può essere sintomo di iperventilazione, che può essere dovuta, per esempio, ad attacchi di panico.

Saturazione dell’ossigeno alterata: è grave?

Una saturazione inferiore a 90 è potenzialmente grave ed è generalmente indice di patologia respiratoria od ematologica che provoca ipossia.

La gravità di una saturazione alterata, dipende da molti fattori:

  • la sua durata (la condizione può essere acuta o cronica);
  • l’eventuale presenza di altre patologie o condizioni (ad esempio patologie delle pareti dei vasi sanguigni, della coagulazione, tumori, diabete, ipertensione arteriosa, traumi, malnutrizione, malassorbimento, gravidanza);
  • l’età del paziente.

Ogni caso di alterazione della saturazione emoglobinica arteriosa è altamente soggettivo e la sua gravità non deve essere sovrastimata, ma neanche sottostimata.

Quando l’alterazione è lieve, magari anche transitoria, non recidivante ed in assenza di altri sintomi come dispnea, vertigini, malessere generale, generalmente non deve preoccupare e spesso non è neanche necessaria una cura.

Un’alterazione elevata della saturazione che dura nel tempo e che arriva a determinare sintomi, necessita senza dubbio di ulteriori e rapidi accertamenti medici, oltre alla somministrazione artificiale di ossigeno, perché potrebbe essere determinata da patologie anche gravi che necessitano cure tempestive.

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