Dipendenza da allucinogeni (LSD): definizione, sintomi e trattamento

La dipendenza da allucinogeni (LSD) sembra un retaggio del passato, nella realtà è una delle dipendenze con cui un soccorritore si deve confrontare nel proprio turno di ambulanza e in Pronto soccorso

Viviamo un’epoca nella quale la dipendenza non si focalizza più su una singola sostanza da abuso, ma prevede invece una sorta di “migrazione” da una droga all’altra di chi ne fa uso.

Oggigiorno è piuttosto diffusa la dipendenza da allucinogeni (LSD)

Gli allucinogeni sono sostanze di origine naturale (mescalina) o sintetica (LSD o MDMA).

Si tratta di sostanze che provocano allucinazioni e distorsioni profonde nella percezione della realtà.

Gli allucinogeni interferiscono nelle interazioni fra le cellule nervose e serotonina (un neurotrasmettitore presente nel sistema nervoso centrale e coinvolto nel controllo del comportamento, del sistema percettivo e di regolazione dell’umore, della fame, della temperatura corporea, del comportamento sessuale, del controllo muscolare e della percezione sensoriale).

L’LSD è la droga che viene maggiormente identificata col termine “allucinogeno” ed è la più usata in questa classe di sostanze, tanto che è abbastanza comune la dipendenza da LSD.

Le caratteristiche della sua azione e i suoi effetti valgono anche per gli altri allucinogeni quali la mescalina, la psilocibina e l’ibogaina.

Gli effetti di questa droga sono imprevedibili e possono variare a seconda della quantità ingerita, della personalità del soggetto, del suo umore, delle sue aspettative e dell’ambiente: un consumatore di LSD può aver provato effetti fisiologici come l’aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, vertigini, perdita dell’appetito, bocca asciutta, sudorazione, nausea, intirizzimento e tremori, ed effetti sulle emozioni e sui sensi (le emozioni possono avere oscillato rapidamente dalla paura all’euforia, oppure può avere avuto la sensazione di provarne molte simultaneamente).

L’LSD ha anche effetti sui sensi: i colori, gli odori, i suoni e le altre sensazioni possono sembrare intensificati.

Le allucinazioni distorcono o trasformano le forme e i movimenti; possono anche generare la percezione che il tempo passi molto lentamente o che il corpo stia cambiando forma.

In alcuni “trip” si possono sperimentare sensazioni che sono piacevoli, che stimolano la mente e producono un senso di esaltazione della capacità di comprendere. I “bad trips” (“viaggi cattivi”), possono invece indurre pensieri terrificanti, ansia e disperazione da incubo, con paura della follia, della morte o della perdita di controllo.

Coloro che hanno una dipendenza da LSD sviluppano rapidamente un elevato grado di tolleranza agli effetti della droga e dopo un uso ripetuto hanno bisogno di dosi crescenti per produrre gli stessi effetti.

La tolleranza per l’LSD è di breve durata e scompare se si smette di assumere la droga per diversi giorni

Non risulta nessuna evidenza che l’LSD generi sintomi di astinenza se un uso cronico viene interrotto.

Ci sono due effetti a lungo termine associati a questa droga: il disturbo psicotico indotto da allucinogeni e il disturbo percettivo persistente da dipendenza da allucinogeni.

Le droghe come la PCP (la fenciclidina) e la ketamina, inizialmente utilizzate come anestetici generali in chirurgia, producono sensazioni di distacco dall’ambiente e da se stessi che non sono delle vere allucinazioni, pertanto la PCP e la ketamina sono più propriamente denominate “anestetici dissociativi”.

Le droghe dissociative agiscono sulla percezione del dolore, nelle risposte agli stimoli esterni e nella memoria.

La PCP è considerata la tipica droga dissociativa.

La descrizione della sua azione e dei suoi effetti vale anche per la ketamina e il destrometorfano.

Sniffata o fumata, la PCP passa rapidamente al cervello dove interferisce con la funzione dei recettori del NMDA (recettori per il neurotrasmettitore del glutammato).

Questi recettori hanno un ruolo nella percezione del dolore, nelle attività cognitive – incluse l’apprendimento e la memoria – e nelle emozioni.

A dosi basse (5 mg o meno), gli effetti fisici della PCP includono respirazione poco profonda e rapida, aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco e aumento della temperatura corporea.

Dosi di 10 mg o dosi superiori, provocano alterazioni pericolose nella pressione del sangue, nel battito cardiaco e nel respiro, spesso accompagnate da nausea, visione confusa, vertigine e consapevolezza ridotta del dolore.

Le contrazioni muscolari possono provocare movimenti non coordinati e delle posture bizzarre. In casi gravi, le contrazioni muscolari possono dare luogo a frattura ossea o a insufficienza renale.

Dosaggi molto elevati possono provocare convulsioni, coma, ipertermia e morte.

Gli effetti della PCP sono imprevedibili.

Tipicamente si sentono pochi minuti dopo l’ingestione e durano per diverse ore.

Un solo episodio di assunzione della droga può produrre sensazioni di distacco dalla realtà, incluse distorsioni dello spazio, del tempo e dell’immagine corporea, mentre altri episodi possono produrre allucinazioni, panico e paura.

In alcuni casi sono riferite sensazioni di invulnerabilità e di forza fisica “sovrumana”.

Gli assuntori della PCP possono diventare gravemente disorientati, violenti o suicidi.

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IPSICO

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